Vitalizi: quelli di Sgarbi, degli onorevoli abruzzesi, l'esempio di Veneto ed Emilia Romagna

Indignati d'Abruzzo: il vitalizio ai politici va abolito

29 Giugno 2011   13:20  

Continua la nostra campagna a favore dell'abolizione o almeno di una drastica razionalizzazione e riduzione dei vitalizi di cui godono i consiglieri regionali ed i deputati.

L'Abruzzo ha fatto importanti passi in avanti, riducendo del 10% l'entità del vitalizo ed elevando l'età minima per godere del generoso assegno mensile maturato con appena 4 anni di contributi, contro gli oltre 30 che occorrono ai comuni mortali. Inoltre ieri il consiglio con voto bipartisan ha ieri abolito la possibilità di cumulare il vitalizio all'indennità da dirigente, membro di cda,  presidente di un ente regionale. Passi importanti da accogliere positivamente e a cui va dato atto all'attuale governo regionale.

Molto però resta da fare. Sul piano regionale e nazionale.

Cominciamo dalle Regioni: il buon esempio dopo l'Emilia Romagna lo darà salvo sorprese la Regione Veneto che si appresta a votare, con la convergenza di maggioranza di centrodestra ed opposizione di centrosinistra, l'eliminazione del vitalizio.

Il contenuto del provvedimento dovrebbe ricalcare quello già approvato in Emilia Romagna: l’eliminazione del vitalizio scatterà dalla prossima legislatura e non sarà retroattiva. I consiglieri avrebbero invece la possibilità di sottoscrivere una polizza, che non graverebbe sul bilancio dell’ente. I cittadini risparmieranno così quasi 11 milioni di euro l'anno.

C'è chi però non è d'accordo, con argomentazioni che vanno prese nella giusta considerazione. Spiega ad esempio il presidente dell'associazione degli ex consiglieri regionali Aldo Bottin: ''Se il vitalizio sarà cancellato, i politici regionali sarebbero più ricattabili mentre imprenditori e professioni potrebbero scegliere di rinunciare alla politica attiva. I pericoli sono che chi andrà a fare il legislatore da una parte sarà alla mercé delle lobby, dall’altro che meno persone siano interessate all’attività politica''.

Passiamo al piano nazionale: anche nella finanziaria lacrime e sangue di Tremonti, aleggia la proposta di abolizione del vitalizio. Questa la bozza di proposta:

'' Escluso il presidente della Repubblica, dopo la scadenza dell’incarico nessun titolare di incarichi pubblici, anche eletti, può continuare a fruire di benefici come pensioni, vitalizi, auto di servizio, locali per ufficio, telefoni, etc. attribuiti in ragione dell’incarico''.

Molto difficilmente, anche in questo caso, la norma sarà approvata e seppure fosse, non toccherà i diritti ( alias privilegi) acquisiti di cui godono oltre duemila ex-deputati.

Un elenco più o meno aggiornato lo trovate al sito dell'Espresso

Tra gli abruzzesi troviamo Remo Gaspari che percepisce 9947 euro al mese, il consigliere comunale dell'Aquila Enzo Lombardi, 3108 euro, stessa rispettabile cifra percepita da Pio Rapagnà, o dal teramano Rocco Salini. Il consigliere regionale del Pdci Antonio Saia, firmatario della legge ieri approvata contro il cumulo di vitalizio e indennità da alto dirigente, percepisce per la sua attività da deputato dal 1994 al 2001, sette anni, una pensione di 4725 euro al mese.

Antonio Saia è in base alla classifica della dichiarazione dei redditi dei consiglieri regionali abruzzesi è al primo posto con 192.386 euro. 

Va detto che vitalizio viene sospeso se l’ex parlamentare è eletto al Parlamento europeo oppure riceve una carica pubblica retribuita con più di 2.200 euro al mese.

Il vitalizio è però cumulabile con altre eventuali pensioni riconosciute dall’Inps e ovviamente con altri redditi.

Un beneficio di cui godono un congruo numero  di anziani banchieri, uomini d'affari, imprenditori, manager, professionisiti che percepiscono, a integrazione di altri redditi  e pensioni, il vitalizio maturato grazie a fugaci, e talvolta non memorabili passaggi in parlamento. E' il caso di Luciano Benetton (3.108 euro al mese), di Giancarlo Abete, fratello del presidente della Bnl ed ex numero uno di Confindustria (6.590 euro al mese), Giovanni Divella, l'imprenditore della pasta e Vittorio Cecchi Gori (4.725 euro al mese).

Scorrendo gli elenchi si scopre infine che Vittorio Sgarbi, l'intellettuale, politico, intrattenitore televisivo, consulente, polemista, protagonista delle cronache mondane e patinate,  è in realtà un canuto pensionato, che percepisce un vitalizio di ben 8.455 euro mensili. 

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