#copiaeincrozza, Federico Taddia difende Maurizio Crozza: "Battute facili. Non serviva copiarle"

Parla uno degli autori del comico

09 Febbraio 2012   13:32  

Nonostante l'ironica ammissione di Maurizio Crozza di aver copiato le battute da Twitter, il caso #copiaeincrozza continua a tenere banco sul web. In difesa del comico genovese è intervenuto Federico Taddia, autore televisivo di fiducia di Fiorello e dello stesso Crozza. 


Federico Taddia ha voluto dire la sua sull'argomento attraverso il forum del quotidiano 'La Stampa' dove ha scritto:


Mi permetto di scrivere di getto due pensieri, perché mi sento di giocare in casa in quanto collaboratore de La Stampa e collaboratore di Crozza. Ho letto di tutto su questo fastidioso, e gonfiato, caso esploso in rete, e condivido quello che tu scrivi, anche se è proprio la parola “copiare” la parola fuorviante. la cosa surreale è che paradossalmente l’errore di crozza (se di errore si può parlare) è proprio quello di non usare i social network. tante volte, rileggendo un copione o un monologo, siamo noi stessi autori che togliamo o modifichiamo battute simili ad altre intercettate in rete o già dette da altri comici: anche questo fa parte del mestiere; proprio per non copiarsi, per non ripetersi per tentare di non essere banali. anche se ovviamente non si può setacciare l’intera rete: sarebbe come chiedere ad ogni persona incontrata per strada se per caso ha mai detto, pensato o sussurrato quella stessa battuta a qualcuno. ieri forse questo filtro un po’ è mancato, tutto qui, proprio nell’occasione in cui la rete si è scatenata a colpi di battute sul tema #nevearoma. lui non copia una riga da twitter, e nemmeno i suoi autori (che ben conosco e con i quali lavoro da anni). siamo tutti professionisti: e conosciamo il valore di una battuta o di un’idea. poi in quanto autori non si è assolutamente geni a prescindere, anzi: ci sta quindi ed è normale che un manciata di battute uscite da tre, quattro teste che fanno questo di mestiere siano simili a quelle scritte da altre decine di migliaia di teste in rete. forse erano battute facili (ma anche queste servono in un monologo dove ci sono anche altri ragionamenti e pensieri). probabilmente non particolarmente originali, per le quali non serviva comunque rubare su twitter: bastava tenere le orecchie aperte al bar, sul tram, in strada, con gli amici… bastava aprire gli occhi, guardare quello che stava accadendo, captare sensazioni e situazioni, e giocare poi con le parole e i contesti, per trasformare tutto questo in battute. le battute sono caricature della realtà. la stessa realtà può dare battute simili. credo sia ovvio e naturale. la cosa che più dispiace e rammarica è che si dia per scontato che crozza abbia copiato. quando invece davvero neppure sa cosa sia twitter. e artisti di questo livello non hanno bisogno di copiare, te lo assicuro: sarebbero i primi a non divertirsi. vabbe’, è andata così. anche questo è il bello della rete, che tanto ci dà ma anche tanto ci chiede


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