Acerbo shock: "D'Alfonso con le imprese preoccupa più di Pagano e Chiodi con le amanti"

10 Marzo 2014   16:34  

Maurizio Acerbo il giorno dopo le primarie del centrosinistra mette i paletti alla coalizione e si dichiara indisponibile a lavorare per una colaizione di sinistra se il candidato è Luciano D'Alfonso.

Nella sua lettera di commento esprime maggiore preoccupazione per una possibile "gestione D'Alfonso" di quella che va concludendosi di Gianni Chiodi.

E’ tipicamente berlusconiano pensare che il voto delle primarie cancelli le questioni che rendono inopportuna la candidatura di Luciano D’Alfonso, - così nella lettera condivisa da Acerbo e Fars -  tra cui ricordiamo quella non secondaria che un’eventuale condanna in appello riporterebbe al voto la Regione dopo pochi mesi.
Il risultato delle primarie non modifica quindi il nostro giudizio sull'inopportunità della candidatura di Luciano D'Alfonso alla Presidenza della Regione Abruzzo semmai lo rafforza.

La bassa affluenza dimostra che c’è un malessere diffuso rispetto a un PD che in Abruzzo ha collezionato negli ultimi anni più inchieste della camorra in Campania ma che non riesce a fare i conti con la questione morale.

Soltanto le comunali di Pescara e di altri piccoli centri hanno risollevato un dato di affluenza che appare piuttosto gonfiato per nascondere il flop sul territorio regionale.
Dopo il Fatto quotidiano anche La Stampa ha segnalato il caso Abruzzo e non c'è davvero bisogno di essere giustizialisti per rendersi conto che in qualsiasi paese europeo i fatti e le relazioni oggetto delle inchieste avrebbero spinto a un prudente passo indietro.
E’ vero che le responsabilità penali sono personali e vanno accertate in sede giudiziaria, ma è invece collettiva la responsabilità politica del centrosinistra abruzzese per la sua ormai storica indifferenza verso la questione morale che viene confermata anche da questa vicenda.

Il cambiamento in Abruzzo non può certo essere rappresentato dalla candidatura di D'Alfonso e dal caravanserraglio che ha aggregato, pieno di transfughi del centrodestra e di ras clientelari che hanno lasciato in eredità centinaia di milioni di debiti nelle società dell'acqua.

Sarebbe stato per noi comodo garantirci il rientro in Consiglio Regionale facendo finta che tutto vada bene e mettendoci al sicuro all’ombra di una coalizione che viene data vincente ma non vogliamo aggiungerci alla schiera già affollatissima degli ignavi.

Rifondazione Comunista non sosterrà alle regionali questo centrosinistro (la o finale non e' un errore ortografico) dato che è persino dubbio che possa essere qualificato un "meno peggio": le relazioni di D'Alfonso con le imprese ci sembrano più preoccupanti di quelle di Pagano e Chiodi con le amanti.

Lavoreremo per costruire con l’altro Abruzzo, quello che non ne può più dei vecchi sistemi di potere e si batte per i beni comuni, una proposta alternativa, di sinistra e ambientalista.

 Così scrivono Maurizio Acerbo consigliere regionale e Marco Fars segretario regionale di Rifondazione Comunista


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