Governo blocca vendita Tekne, nuova crisi mette a rischio centinaia di posti

07 Agosto 2025   10:26  

Il blocco della vendita azionaria al socio statunitense genera timori tra sindacati e lavoratori, con un’assemblea in programma per discutere il futuro dell’azienda.

Il Governo italiano ha deciso di esercitare la cosiddetta golden power per bloccare la cessione di una parte delle azioni della società Tekne di Ortona al nuovo investitore americano. La decisione ha immediatamente sollevato dubbi e preoccupazioni, soprattutto tra i rappresentanti sindacali, che vedono ora a rischio il futuro di una realtà produttiva ritenuta strategica nel panorama industriale abruzzese.

A esprimere il malessere è stato il segretario provinciale della Fiom Cgil di Chieti, che ha sottolineato come, dopo mesi di attesa e molteplici proroghe legate all’integrazione di documenti richiesti dalle autorità, l’intervento del Governo con un parere negativo rappresenti una sorpresa e lascia forti interrogativi sulla tenuta dell’azienda. L’operazione di vendita, che avrebbe dovuto concludersi positivamente, è ora congelata, prolungando così l’incertezza per i dipendenti.

Il sindacalista ha ricordato che, pur non avendo le dimensioni di altre grandi imprese italiane, Tekne rappresenta un pilastro fondamentale per il territorio. Negli ultimi anni, l’azienda ha vissuto una fase di crescita molto rapida, la quale ha però generato problemi di natura finanziaria, non legati alla carenza di commesse. Nonostante i passati attriti tra management e lavoratori, Tekne ha mostrato segnali di ripresa, tra cui il saldo dei debiti verso il personale e l’avvio di un piano di rientro con istituti bancari e fornitori.

L’ingresso del nuovo partner finanziario solido aveva rappresentato un elemento di speranza, accompagnato dal rafforzamento dell’organico, che oggi conta quasi 200 dipendenti, in netta ripresa rispetto ai 145 della fase più critica. Si prevedono inoltre ulteriori assunzioni nei prossimi mesi, segno di una volontà di consolidamento produttivo e occupazionale.

La situazione resta però fluida e tesa, con una assemblea sindacale convocata oggi proprio per confrontarsi sull’evoluzione della vertenza. Il timore maggiore riguarda la stabilità dell’occupazione e le conseguenze sociali che potrebbero derivare da una nuova crisi aziendale, in un territorio già segnato da difficoltà economiche.

Le parti sociali continuano a sollecitare un intervento che possa garantire certezze, evitando ripercussioni sul tessuto produttivo e sulla comunità locale, che considera Tekne un elemento di riferimento indispensabile per l’economia regionale.


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