Check-Up su rischio chimico e polveri da demolizione nel cantiere della ricostruzione

25 Febbraio 2014   12:43  

Operatori Asl nei cantieri per tutelare la salute di circa 15.000 lavoratori, impegnati nel più grande cantiere edile d’Europa: L’Aquila del post sisma. L’Azienda Sanitaria provinciale, in virtù di un accordo a 4 stipulato con Università di L’Aquila, Inail e Comitato paritetico territoriale, effettuerà prelievi a campione nei cantieri. Obiettivo: verificare l’impatto sulla salute delle maestranze di alcune sostanze, impiegate in edilizia, tramite monitoraggio delle polveri, controlli sanitari e ricerca scientifica. Insomma, uno studio a 360 gradi sull’esposizione degli operai ai rischi di sostanze chimiche elaborate dalle recenti tecnologie; il progetto, peraltro, riguarderà anche gli eventuali pericoli sulla salute della popolazione dovuti alle demolizioni post sisma.

Dopo l’intesa a 4, sottoscritta recentemente, è stata già avviata la prima fase per l’inizio delle procedure d’acquisto di moderne apparecchiature e il reclutamento, con le modalità di legge, del personale che effettuerà i controlli. Trascorsa questa fase di preparazione, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno scatterà l’attuazione del progetto (durata: 2 anni) con i prelievi nei cantieri.

L’accordo prevede, per ciascuno degli enti coinvolti, un ruolo specifico che culminerà in un efficace gioco di squadra: la Asl raccoglierà campioni di materiale sui luoghi di lavoro ed effettuerà visite sui lavoratori con sintomi di malattie, l’Università farà ricerca sui campioni (e quindi investigazione scientifica), l’Inail finanzierà in parte il progetto (spesa complessiva circa 150.000 euro) e il comitato paritetico territoriale (che raggruppa datori di lavoro e maestranze) farà da ‘collante’ col mondo dell’edilizia. Si tratta della più capillare operazione in difesa della salute dal sisma a oggi, in quello che viene considerato il più importante polo edile del vecchio continente, appunto il territorio aquilano del dopo sisma, in cui 3.000 imprese sono impegnate nella ricostruzione.

Sotto la lente d’ingrandimento, in particolare, fibre e resine di alcuni materiali impiegati nell’edilizia, frutto delle ultime tecnologie del settore, di cui non si conosce attualmente l’impatto sull’organismo. Nei cantieri verranno raccolti oltre 100 prelievi a campione dal Servizio Asl di prevenzione e sicurezza negli ambienti di Lavoro, diretto dal dr. Domenico Pompei. Il materiale sarà poi analizzato dal Dipartimento di Salute pubblica, scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di L’Aquila.

L’obiettivo”, dichiara il dr. Pompei che dirige il servizio prevenzione e sicurezza luoghi di lavoro dell’Azienda sanitaria, “è prevenire e monitorare il rischio di malattie delle maestranze, occupate nelle attività di demolizione e ricostruzione del bacino aquilano e delle frazioni, soprattutto per alcune sostanze chimiche di cui non è ancora del tutto noto l’effetto sulla salute. L’Aquila è considerata, in questo momento, il più grande cantiere d’Europa e i servizi della Asl, insieme con gli altri enti coinvolti, si mobiliteranno per fare una ‘fotografia’ dell’esistente, mettere a punto strategie di tutela e ridurre così i pericoli per lavoratori e popolazione”

 

 


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