Ciclismo, Di Luca: " Futuro? faccio già altro"

04 Settembre 2013   13:46  

"Se restero' nel ciclismo? Vedremo strada facendo; ma io gia' sto facendo altro. Ho un negozio di bici, costruisco bici, quindi sto facendo altro".

Parole che suonano gia' da ex, quelle di Danilo Di Luca, all'uscita dagli uffici della Procura Antidoping di Roma, appena terminata la sua audizione. "Sono passati gia' parecchi giorni.
Le cose poi si affievoliscono - ha quindi aggiunto Di Luca -: ora vado in bicicletta, gioco a tennis, corro e nuoto. Faccio parecchie cose, quelle che non potevo fare prima da professionista".

Interrogato dal vice procuratore Mario Vigna, il ciclista abruzzese doveva rispondere in merito alla sua "positivita'" all'Epo, riscontrata il 29 aprile 2013, in un controllo antidoping disposto fuori competizione dall'Unione Ciclistica Internazionale (Uci).
Ci si attendeva una durata maggiore e invece la sua audizione e' durata neanche un'ora.
A quanto si apprende non dovrebbe aver collaborato. "Il procuratore Vigna e' stato molto professionale - ha spiegato Di Luca - abbiamo parlato; ma non posso dire cosa ho detto. Se ho fatto ammissioni? Non lo posso dire. Lui mi ha chiesto di collaborare; ma non posso ancora esternare cosa ci siamo detti".

Accompagnato dal suo avvocato, Ernesto De Toni, Di Luca ha preferito evitare messaggi da recapitare ai tifosi. "Per ora non voglio dire nulla; ma chi e' mio tifoso restera' mio tifoso, chi non lo era prima non lo sara' neanche adesso. Quindi non cambia piu' di tanto", ha detto il ciclista abruzzese.

 Nessuna replica, infine, in merito alla lettera aperta del suo ex sponsor e del presidente del Gruppo Farnese, Valentino Sciotti, che ieri aveva invitato Di Luca a "collaborare" per il bene del ciclismo.
"L'ho letta; ma meglio non parlare e aspettare i tempi giusti per farlo", ha concluso Di Luca.

Per il corridore di Spoltore, vincitore di un Giro d'Italia nel 2007 e della Liegi-Bastogne-Liegi e di un Giro di Lombardia, non e' il primo caso di doping, essendo gia' stato squalificato per la sua frequentazione con il medico inibito Carlo Santuccione e successivamente per essere stato trovato positivo al Cera nel 2009 e per questo squalificato a 2 anni, pena poi ridotta a 9 mesi e 7 giorni per aver collaborato.

Una recidivita' che, in attesa del probabile rinvio a giudizio davanti al Tribunale nazionale Antidoping, potrebbe costare al ciclista una richiesta di pena esemplare da parte della Procura guidata da Tammaro Maiello: si parla addirittura di circa 12 anni di stop.


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