Ecomafia, Legambiente, i dati abruzzesi sono allarmanti

30 Giugno 2015   14:28  

Sono stati 29.293 i reati accertati in Italia, circa 80 al giorno, per un fatturato criminale che e' cresciuto di 7 miliardi rispetto all'anno precedente raggiungendo la cifra di 22 miliardi, cui ha contribuito in maniera eclatante il settore dell'agroalimentare, con un fatturato che ha superato i 4,3 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei dati emersi nel rapporto Ecomafia di Legambiente.

Dati allarmanti che non escludono l'Abruzzo che con le sue 742 infrazioni accertate, 712 denunce e due arresti nel 2014 occupa il 13esimo posto nella classifica nazionale dell'illegalita' ambientale.

A preoccupare e' soprattutto l'illegalita' relativa al ciclo dei rifiuti, in Abruzzo sono state registrate 201 infrazioni con 209 denunce e 59 sequestri. A tenere alta l'attenzione sono anche i recenti casi di cronaca come l'incendio doloso di qualche giorno fa nella discarica di Colle Marconi tra Chieti e Bucchianico.

Una storia che ha fatto parlare di Terra dei Fuochi in Abruzzo.

I rifiuti illegalmente stivati nella discarica dimenticata erano gli scarti della produzione di numerose industrie chimiche e farmaceutiche, ma c'era anche molto di piu': piombo, batterie esauste, sacchi con scarti industriali vari, medicinali e rifiuti ospedalieri e altri materiali non ancora identificati.

"Pochi giorni prima - ricorda Legambiente - il quotidiano 'Il Centro' aveva documentato e 'riscoperto' il sito contaminato e abbandonato e aveva ritrovato documenti che legherebbero i rifiuti alla Campania con una delibera che riguardava la ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, Ecologia Italiana srl, con base ad Acerra.

Solo poche ore dopo il servizio giornalistico e' scoppiato l'incendio che avrebbe devastato e forse cancellato per sempre anche le prove di presunti illeciti.

Altro dato preoccupante - sempre stando al rappoto dell'associazione ambientalista - arriva dall'illegalita' nel ciclo del cemento.

In Abruzzo ci sono state 154 infrazioni, 183 denunce e 37 sequestri. Sono state 35 le infrazioni, 6 le denunce e un sequestro relativi a incendi dolosi e colposi. Infine sono 10 le opere d'arte rubate in regione.

Si chiude con la classifica sulla corruzione in Italia in materia ambientale dove l'Abruzzo occupa il sesto posto con 16 inchieste 97 arresti 173 denunce e 41 sequestri".

"I dati abruzzesi - aggiunge Luzio Nelli di Legambiente Abruzzo - sono allarmanti, un territorio vicino a regioni gia' interessate da ecomafie nel settore dei rifiuti che va tutelato e protetto affinche' non diventi una nuova terra dei fuochi.

Per evitare tutto questo occorre una buona politica e un sistema di controlli efficace, sono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perche' ci auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti".

 "Di buono - osserva Legambiente - c'e' che finalmente gli eco-criminali saranno costretti a pagare.

Dopo 21 anni di battaglie, la legge n. 68 del 22 maggio 2015, ha introdotto i delitti contro l'ambiente nel Codice Penale.

Questa edizione 2015 del rapporto Ecomafia, realizzato col contributo di Cobat, e edito dalla casa editrice Marotta e Cafiero, non puo' che aprirsi quindi con un grido di gioia e con la speranza che questo 2015 sia uno spartiacque, l'anno in cui le ecomafie e l'eco-criminalita' cominceranno a essere contrastati con gli strumenti repressivi adeguati".

"Finalmente - ha dichiarato il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco - i reati ambientali saranno adeguatamente puniti.

L'approvazione del Ddl dopo 21 anni di attesa rappresenta sicuramente un salto di civilta' e una vittoria che avremmo voluto condividere con le tante realta' che fino a oggi hanno dovuto fare i conti anche con la concorrenza sleale dell'imprenditoria criminale.

Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che e' diventata il principale nemico dell'ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti.

C'e' bisogno allora dell'applicazione della legge sugli ecoreati - ha concluso Di Marco - ma anche di un complessivo cambio di passo, verso un paradigma economico piu' giusto e in grado di sollecitare nuova fiducia, partecipazione e trasparenza, perche' non ci si rassegni a pensare al malaffare come a un male senza rimedi".

Il rapporto e' stato presentato a Roma alla presenza di Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Donatela Ferranti, presidente della Commissione giustizia della Camera, Salvatore Micillo, copromotore della legge sugli ecoreati, Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, Serena Pellegrino, co-promotrice della legge sugli ecoreati, Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera e copromotore della legge sugli ecoreati e Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia.


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