Formaggi abruzzesi a New Jork. Nemo propheta in patria...

25 Agosto 2009   17:42  

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In cerca di un consiglio su cosa mettere in tavola? A giudicare da quel che scrive uno dei più grandi giornali d’Oltreoceano, non bisogna andare troppo lontano per trovare i prodotti migliori. Il quotidiano della capitale americana ha pubblicato una recensione lusinghiera sui prodotti della Valle del Sagittario, sbarcati negli USA grazie all’intraprendenza della famiglia Marcelli, che ne cura l’export da circa un anno. Ricotta affumicata al ginepro, Pecorino classico, Ricotta scorza nera, Brigantaccio, Muffato, Gregoriano, Ricotte maritate,e poi ancora mieli, composte, zafferano, olio e altro ancora sono oggi disponibili sulle tavole più raffinate della East Coast.

Arrivati da poco, i prodotti della Valle del Sagittario vantano già referenze eccezionali nei menu’ di alcuni dei più noti ristoranti di New York: Babbo, già “miglior nuovo ristorante” alla sua apertura nel 1998 e oggi punto di riferimento per i gourmet della Grande Mela; l’elegante Bar Boulud a Broadway; i grandi spazi di Del Posto, uno dei soli cinque ristoranti di New York a meritare due stelle Michelin; e Locanda Verde, il popolarissimo ristorante di proprietà della star italo-americana Robert De Niro.

Menu’ diversi, approcci diversi, un unico punto in comune: l’attenzione ai dettagli, la fissazione per la qualità di ogni singolo ingrediente. Ed è proprio questo che gli chef internazionali di New York hanno trovato nei formaggi e nei prodotti della Valle del Sagittario. Sapori che non si possono trovare in nessun altro prodotto, se non in quelle perle di autenticità che vengono lavorate sapientemente ed artigianalmente nella nostra Valle.

Nemo propheta in patria, come disse Gesu’ agli Apostoli: mentre voli esclusivi portano le eccellenze della Valle del Sagittario sulle tavole dei migliori ristoranti di New York, le istituzioni locali ignorano o fingono di ignorare queste attività che fanno grande il nome d’Abruzzo nel mondo, e che trovano molte difficoltà a causa di una burocrazia ipertrofica e di regole costruite a misura delle grandi realtà industriali, oltre che di una concorrenza spietata che si appropria delle loro denominazioni senza che vi sia alcun limite né controllo a tutela dei consumatori.

Nunzio Marcelli, partner della Marcelli Formaggi che esporta i prodotti di Parco Produce negli Stati Uniti, commenta con l’ironia di chi ha combattuto per decenni e continua a combattere per la tutela delle attività tradizionali abruzzesi : “Vorremmo poter dire ai tanti che ci telefonano o ci contattano tramite il nostro sito che i nostri prodotti sono disponibili negli Autogrill o nei supermercati abruzzesi; invece dobbiamo dirgli che se vogliono gustare una ricotta affumicata al ginepro o un pecorino abruzzese non solo di nome ma davvero prodotto da pecore nate e vissute sui nostri pascoli, la cosa più semplice è fare una puntata a New York”. La frecciata è diretta alle istituzioni regionali, che non si sono attivate per difendere i prodotti locali e la loro origine, e non hanno accolto la proposta di introdurre l’obbligo di riservare una percentuale espositiva ai prodotti abruzzesi nei supermercati. “Così i nostri concittadini si trovano sui banchi del supermercato pecorini <abruzzesi> che hanno visto l’Abruzzo solo in cartolina, mentre il meglio della nostra produzione non può che emigrare oltre l’Atlantico, come del resto già avveniva in passato e come avviene ancora oggi con la fuga dei cervelli: sempre a causa della miopia di chi ci amministra e dovrebbe tutelare le nostre eccellenze”. Forse gli interessi della grande distribuzione trovano un ascolto maggiore da parte di politici e responsabili, rispetto a quelli di queste produzioni di nicchia.


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