Istat: c'è la crisi ma gli italiani guardano in positivo al futuro

22 Maggio 2013   11:24  

Un atteggiamento tendenzialmente positivo, nonostante gli effetti della crisi.

Gli italiani si sentono soddisfatti per i propri aspetti relazionali, la salute e il tempo libero.

E guardando al futuro, malgrado l'insoddisfazione per la situazione economica, ci si sente piu' positivi e sono soprattutto i giovani fino a 34 anni a essere i piu' ottimisti.

E' quanto emerge dal Rapporto annuale 2013 dell'Istat. Nel 2012, si legge, nonostante la recessione, i cittadini hanno continuato a tracciare un bilancio prevalentemente positivo della propria qualita' della vita: 6,8 e' il punteggio medio da essi espresso.

Rispetto agli anni precedenti, tuttavia, l'incertezza della situazione economica e sociale si riflette sulla soddisfazione espressa per la vita in generale. Diminuisce la quota di persone di 14 anni e piu' che dichiara alti livelli di soddisfazione (associati a un punteggio tra 8 e 10), che passa in un solo anno dal 45,8% al 35,2%. 

Tra il 2011 e il 2012 la soddisfazione dei cittadini per la propria situazione economica e' diminuita di 5,7 punti percentuali. Nel 2012 ha dichiarato di essere soddisfatto per questo aspetto solo il 42,8% della popolazione di 14 anni e piu'. Inoltre e' aumentata la percentuale dei poco soddisfatti (dal 36,1% al 38,9%) e soprattutto quella dei per niente soddisfatti (dal 13,4% al 16,8%).

La soddisfazione per la propria situazione economica, oltre a riguardare quote decisamente inferiori di popolazione rispetto a quanto invece si riscontra per altri ambiti di vita, e' in declino dal 2001, con punte particolarmente negative in occasione delle fasi recessive, al ricorrere delle quali si e' anche ampliato il divario tra regioni settentrionali e meridionali.

La quota di residenti soddisfatti della propria situazione economica e' molto differente tra aree del Paese e passa dal 50% del Settentrione, al 44,3% del Centro e al 32% del Sud e Isole.

Anche dai dati sulla fiducia dei consumatori emerge che una quota crescente di cittadini sta dando indicazioni pessimistiche sulle condizioni economico-finanziarie proprie e del sistema economico nel complesso, raggiungendo livelli minimi a partire dal 1993.

Le analisi presentate nel Rapporto mostrano che esiste una relazione tra livello della spesa per consumi e valutazioni dei cittadini sulla situazione economica propria e del Paese.

Emerge inoltre una forte sensibilita' di tali valutazioni individuali alle modifiche nella composizione delle scelte d'acquisto indotte dalla circostanze economiche. In particolare, se le difficolta' economiche inducono i cittadini a privarsi di parte di quelle spese che, pur non rientrando tra quelle considerate strettamente necessarie, sono ritenute importanti, il loro sentimento sulla situazione generale del Paese ne risente negativamente.

Diverso e' l'andamento delle altre componenti del benessere individuale dei cittadini.

Rispetto al 2011, nel 2012 aumenta la soddisfazione per le relazioni familiari e amicali: le persone di 14 anni e piu' che nel 2012 si dichiarano molto soddisfatte per le relazioni familiari sono il 36,8% (nel 2011 erano il 34,7%), per le relazioni amicali tale quota e' pari al 26,6% (24,4% nel 2011).

La soddisfazione per la salute e' molto diffusa nonostante l'elevata eta' media della popolazione: l'80,8% degli individui di 14 anni e piu' esprime un giudizio positivo, percentuale sostanzialmente stabile nel tempo nonostante l'invecchiamento della popolazione.

 

Anche la soddisfazione per il tempo libero, che nell'ultimo decennio si e' costantemente assestata su quote rilevanti (intorno al 63%) e' aumentata: i molto soddisfatti passano dal 13,4% del 2011 al 15,6%.

L'insoddisfazione per la situazione economica non sempre pregiudica un giudizio positivo sulla propria vita. Il 21,6% di coloro che dichiarano elevati livelli di soddisfazione per la propria vita nel complesso e' insoddisfatto della propria situazione economica, ma e' soddisfatto per gli aspetti relazionali, la salute e il tempo libero.

Guardando al futuro, il 24,6% degli italiani pensa che la propria situazione personale migliorera' nei prossimi cinque anni.

Il 23,5% ipotizza un peggioramento, il 23,3% dichiara uno stato di dubbio e incertezza, mentre il 28,5% ritiene che la situazione restera' uguale. Nonostante siano particolarmente colpiti dalla crisi, i giovani fino a 34 anni si mostrano piu' ottimisti degli altri: il 45% ritiene che la propria situazione migliorera'.

Se si risiede in aree piu' ricche e piu' dinamiche o si e' piu' istruiti, l'atteggiamento verso il futuro e' piu' positivo: chi vede una prospettiva di miglioramento nei prossimi cinque anni e' il 27,1% tra i residenti al Nord, scende al 24,1% al Centro e diventa il 21,6% nel Mezzogiorno; chi possiede un titolo di studio elevato confida in una prospettiva favorevole in misura quasi doppia rispetto a chi ha al massimo l'obbligo scolastico (il 35% rispetto al 13,9%).

Avere un lavoro e' importante per una visione positiva del proprio futuro. Il 29,6% degli occupati e' ottimista al riguardo, soprattutto tra chi riveste un ruolo dirigenziale o imprenditoriale (32,5%) e tra le donne (30,8% delle occupate).

Anche le prospettive per il futuro sembrano legarsi al livello della soddisfazione per la propria vita. Tra quanti valutano la propria vita in modo molto positivo (ovvero indicano un punteggio compreso tra 8 e 10), il 33,8% pensa ad un futuro migliore e il 32,3% al massimo uguale a quello attuale. Nonostante la favorevole situazione personale, il 13,4% di essi pensa comunque che peggiorera'. 

L'analisi dei dati che risultano dalle indagini condotte mensilmente dall'Istat sulla fiducia delle famiglie evidenzia che i cittadini, nel prevedere la situazione economica futura, tendono ad essere sistematicamente piu' pessimisti sull'evoluzione generale che sulle prospettive economiche della propria famiglia. Analogamente, gli individui mostrano una tendenza a essere piu' critici nel valutare la situazione economica in corso, specie se si tratta di quella aggregata.

Cio' avviene indipendentemente dalla zona del Paese in cui si vive, dal genere o dalle altre caratteristiche socio-demografiche. Ogni ambito di vita incide differentemente sulla soddisfazione generale. Sono le variazioni della situazione economica a incidere di piu' sulla probabilita' di essere particolarmente soddisfatti della propria vita, seguono la salute e poi gli altri aspetti.

Tra questi ultimi pero' e' fondamentale un'alta qualita' delle relazioni familiari e amicali. Per i meno o per nulla soddisfatti della vita nel complesso, invece, il peso della situazione economica conta meno e sono le condizioni di salute a fare la vera differenza, seguite dai restanti domini relativi alla vita personale.

Le analisi effettuate mostrano che per controbilanciare la diminuzione consistente del livello di soddisfazione economica tanto da mantenere la stessa probabilita' di essere soddisfatti per la vita nel complesso e' necessario associare livelli elevati di soddisfazione per gli aspetti non economici.

Nel 2012 la soddisfazione per questi aspetti e' cresciuta, ma in misura non sufficiente e l'effetto netto e' stato un calo della soddisfazione generale.

Per chi e' occupato, il lavoro e' una componente fondamentale della soddisfazione generale, piu' ancora della soddisfazione economica, o degli altri aspetti.

Tuttavia, l'equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero rimane fondamentale per la qualita' della vita.

L'impatto della soddisfazione per le relazioni amicali e' invece minimo, forse perche' gia' nel contesto lavorativo si sviluppano le relazioni sociali. I risultati pongono il lavoro come la componente piu' rilevante della soddisfazione complessiva: il 75% e' soddisfatto ormai da anni, soprattutto per il "contenuto del lavoro stesso".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore