L'Aquila - Ascoli, le interviste. Pagliari: "Meritavamo una gioia all' ultimo secondo"

Bruno Giordano:"Non meritiamo la sconfitta. L'Aquila nel cuore."

26 Gennaio 2014   20:38  

“Abbiamo sofferto perché abbiamo creato senza sfruttare, poi nella ripresa eravamo un po’ stanchi – inizia Giovanni Pagliari in sala stampa – C’ erano 4 o 5 giocatori che stiamo recuperando dal punto di vista fisico, un po’ abbiamo accusato la stanchezza. Il pareggio è stato un brutto colpo, qualche occasione per vincere le abbiamo comunque avute dopo il pareggio. Bisogna avere pazienza, ma sono contento perché quest’ anno eravamo stati sempre beffati all’ ultimo secondo, quindi una gioia la meritavamo pure noi. 

Carcione? Senza Imperio dobbiamo trovare i meccanismi giusti. Con lui avevamo più gioco lungo, ma non possiamo pensare agli assenti. Io tra l’ altro sono orgoglioso per lui perché quando sono arrivato non stava facendo benissimo, ora invece è andato a firmare un biennale a Perugia. Un pizzico forse è anche merito del sottoscritto. 

Sto sperimentando – continua Pagliari sul 4-3-2-1 inedito visto in campo al Fattori - Ad una certa età hai più voglia di provare cose nuove, perché le cose standardizzate mi annoiano molto. Vedrò in base ai giocatori che in settimana stanno meglio. Sono le loro caratteristiche che fanno il modulo. E’ anche vero che un modulo con due attaccanti puri dietro Libertazzi forse in Italia e in Europa oggi ce l’ aveva solo L’Aquila. Ho voluto provare perché Claudio ha reagito benissimo all’ esclusione di Pisa, si è allenato ancora meglio e sono contento che abbia ritrovato il gol, perché ha dimostrato di essere una persona seria come il resto del gruppo.

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I cambi? Ho voluto allargare il gioco e casualmente ci abbiamo vinto la partita. Ho voluto sacrificare Inacio perché non creavamo spazi coi tre lì davanti con una difesa arroccata. Io penso che Ciccio Corapi abbia le caratteristiche per poter creare gioco – risponde Pagliari sulle difficoltà del centrocampo nella ripresa – E’ normale che bisogna trovare i tempi giusti e questo si fa con l’ allenamento e con la meccanizzazione di certi movimenti. Però nel primo tempo abbiamo creato tanto. 

La sostituzione di Carcione secondo me è un fatto numerico – prosegue Pagliari, che poi diventa esplicito sul prossimo obiettivo di centrocampo - Io ho finito di pensare che ci siano giocatori portati solo a costruire o a distruggere. Per me deve venire una mezzala coi piedi buoni, soprattutto con tanta quantità e con la predisposizione al gruppo e al sacrificio, perché le partite si vincono anche al 95’. Io voglio gli uomini, il direttore lo sa.

“La prestazione c’ è stata – ha iniziato il tecnico del Picchio, Bruno Giordano – L’Aquila è una squadra importante, all' inizio ci ha messo alle corde. Noi eravamo un po’ ridotti all’ osso, per giunta con l’ uscita di Conocchioli che è l’ unico terzino destro. Li abbiamo subiti con un certo ordine nel primo tempo, poi dopo il pareggio abbiamo avuto anche un paio di situazioni per fare il colpaccio. Ma quello che fa rabbia è aver perso una partita al 94’, quando l’ arbitro aveva dato solo tre minuti di recupero. Comunque, non meritavamo di perdere. Nel primo tempo abbiamo sofferto di più, perché ci aspettavamo un 4-3-3. I due trequartisti a ridosso di Libertazzi ci hanno creato un po’ di problemi. Poi però pian piano abbiamo preso le misure, nel secondo tempo abbiamo fatto bene.

Il pubblico di Ascoli non lo scopro certo oggi. Questo è stato uno dei motivi che mi hanno convinto ad accettare l’ Ascoli, perché conosco la piazza e la tifoseria. Volevamo regalargli dei punti dopo la vittoria di domenica scorsa, non ci siamo riusciti. Comunque a loro va un 10 per il calore con cui ci hanno incitato. 

L’Aquila è una piazza che porto nel cuore, soprattutto per quello che è successo nel 2009. Oggi sono tornato per la prima volta, fa un certo effetto vedere una città in queste condizioni. Però conosco l’ orgoglio degli aquilani e a loro mando un abbraccio forte. Se tornerei qui? Credo di essermi comportato bene nel 2003, quindi…perché no? Nel calcio mai dire mai”.

Alessandro Fallocco

 


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