L'Aquila, l' analisi. Parola d' ordine equilibrio.

Riflessione doverosa, ma senza isterismi

09 Dicembre 2013   07:40  

Dopo il secondo stop di fila e con Frosinone e Catanzaro alle porte, si apre una settimana delicata in casa rossoblù.

Sarà doveroso analizzare i motivi di due passi falsi tanto ingenui quanto rumorosi. Senza sottacere nulla se problemi dovessero esserci, ma senza alimentare allarmismi né ipocrisie.

L’ ambiente rossoblù è, quasi per destino, maestro nel cadere in equivoci e nell’ alimentare false paure. Di certo anche per le delusioni e le bassezze del passato. Ma stavolta bisogna avere la serenità di discernere senza rovinare un ambiente che, sulla propria spensieratezza, stava basando i propri successi.

E invece tornano a galla le (ormai) solite voci e insinuazioni. C’ è chi parla di spogliatoio spaccato, chi addirittura di mancate spettanze. C’ è perfino chi mette in dubbio, Corriere dello Sport compreso, la panchina di Giovanni Pagliari. Fino a due settimane fa condottiero di uno splendido gruppo che aveva conquistato la vetta.

Stranezze del calcio. Alimentate, a L’Aquila, da persone che dimenticano in fretta di non essere partiti per ammazzare il campionato.

E’ vero, i sogni vanno vissuti appieno, soprattutto nel calcio e soprattutto in una città ferita. Dunque fa doppiamente male tornare con i piedi per terra dopo aver vinto al Via del Mare e all’ Arechi e dopo aver perso con Gubbio e Nocerina. E per questo diventa logico e doveroso porsi degli interrogativi, meglio se prima di ritrovarsi negli stessi errori del passato. Ma, repetita iuvant, con equilibrio e senza cedere agli isterismi del momento. Qualche attrito nello spogliatoio, per esempio, sembra ci sia stato. Acuito, probabilmente, dal caso Infantino di due settimane fa. Spetterà a dirigenza e società metterci mano. Ma se questo dovesse essere il male, la cura potrebbe semplicemente chiamarsi mercato.

 

Alessandro Fallocco 

 

 


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