La poesia lirica greca arcaica (VII-V sec. a.C.): Saffo, Alcmane, Pindaro

22 Gennaio 2014   07:39  

Domenica 19 febbraio il dottor Antonio Mobilij presso la Sala del Clavicembalo di casa Marchegiani ha presentato una relazione dal tema : La poesia greca arcaica ( VII-V sec. A.C.) Saffo, Alcmane, Pindaro, l’ultimo periodo della lirica greca classica spontanea , dopo Omero. Contenuti: Cenni sulla lirica monodica e corale Geografia Grecia arcaica Brevi biografie Ambiente di vita e poetica Poesie più significative dei tre autori Influenza sui poeti dei secolo successivi Considerazioni finali La conferenza è iniziata con cenni sulla lirica monodica e corale nella Grecia arcaica , lirica cantata e recitata che dal VII al VI secolo giunge a grande altezza nell’area eolica.

Il relatore ha presentato l’ambiente geografico della Grecia antica in cui vissero e poetarono i tre grandi autori : Saffo, Alcmane e Pindaro , l’isola di Lesbo , Sparta e Tebe. La tematica si è poi rivolta alla biografia e alla poetica degli autori , che discostandosi dall’epica di Omero , hanno spostato l’interesse artistico sull’amore (Saffo), sulla bellezza e caducità della vita (Alcmane) , sulla funzione catarchica e perenne della poesia ( Pindaro). Sono state messe in rilievo le influenze che i tre lirici hanno avuto sui poeti dei secoli successivi fino all’epoca attuale. Particolarmente interessanti sono stati i confronti tra Saffo e Alda Merini, Pindaro e Foscolo.

La relazione si è avvalsa di diapositive arricchite da immagini figurativo-artistiche dei poeti e degli ambienti arcaici. Le liriche sono state declamate da Chiara Marchegiani e Roberta Livraga accompagnate al pianoforte da Francesca Marchegiani e dal maestro Mauro Pappagallo docente del Conservatorio di Pescara che hanno reso l’atmosfera intensamente emotiva. Grande è stato il coinvolgimento dell’uditorio che ha rievocato memorie del proprio vissuto scolastico e nel contempo è stato stimolato alla rilettura dei classici perché essi , anche se nati in una lontanissima stagione della storia, sono validi ed associabili a tutte le stagioni che sono venute e che verranno.

A sostegno di tale concetto il relatore ha inserito una sequenza molto suggestiva del film “Mediterraneo” di Salvatores intitolato :il libro delle poesie in cui l’attendente Antonio Farina recita Il Notturno di Alcmane suggestivo omaggio alla poesia come luogo di sublime astrazione capace di sfidare i secoli.

 

Dormono le cime dei monti

Dormono le cime dei monti e le vallate intorno i declivi e i burroni; dormono i rettili, quanti nella specie la nera terra alleva, le fiere di selva, le varie forme di api, i mostri nel fondo cupo del mare; dormono le generazioni degli uccelli dalle lunghe ali.

(traduzione di Salvatore Quasimodo)

Recensione di Elisabetta Mancinelli


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Antonio Mobilij
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