#M5S 'Caccia' Dal Movimento Il Sindaco Di Gela, A Poche Ore Da Espulsione Senatrice Fucksia

Il Movimento: 'E' venuto meno agli obblighi assunti'

31 Dicembre 2015   10:10  

A poche ore dall'espulsione della senatrice Serenella Fucksia, anche il sindaco di Gela, Domenico Messinese, è fuori dal Movimento 5 stelle.

Il sindaco di Gela, Domenico Messinese, "e' venuto meno agli obblighi assunti con l'accettazione della candidatura" e si e' dimostrato "totalmente fuori asse rispetto ai principi di comportamento degli eletti nel MoVimento 5 Stelle e anche alle politiche ambientali energetiche e occupazionali piu' accreditate in ambito europeo". Pertanto "si pone fuori dal Movimento, di cui, da oggi, non fa piu' parte".

Ne da' notizia il M5S Sicilia.

"Messinese - prosegue il M5S Sicilia - non ha provveduto al taglio del proprio stipendio, nonostante il consiglio comunale di Gela abbia votato anche un atto d'impegno in questo senso, col fine ulteriore di generare un effetto domino normativo che avrebbe portato automaticamente alla riduzione delle indennita' degli assessori e dei consiglieri".

Beppe Grillo intanto, pur avendo separato il suo nome da quello del Movimento, per la sera di fine anno non rinuncia al suo 'tradizionale' contro-messaggio da leader.

E così mentre il Presidente della Repubblica si affaccerà dalla Tv nelle case degli italiani all'ora di cena, il fondatore del Movimento lo farà alla stessa ora via web, trasmettendo il suo messaggio dal blog. Massimo riserbo sui temi che affronterà il leader pentastellato che sempre più sta lasciando campo agli esponenti del Movimento.

Un fatto registrato anche dal Financial Time che oggi incorona "Mr. Di Maio" probabile erede dell'ex comico, pubblica la sua foto in prima pagina e promuove il Movimento alla maggiore età.

"Il Movimento 5 Stelle è maturo" titola infatti il quotidiano britannico che aggiunge: "Un partito dal passato eccentrico si reinventa come seria alternativa a Renzi".

E del 'delfino' in pectore scrive: "Ci sono segnali di come stia cercando di smussare gli angoli più spigolosi di Grillo". L'autorevole testata esorta poi a fare i conti con quella che è la maggiore forza politica dell'opposizione: "Che il M5S abbia una chance nel minacciare Renzi la dice lunga sul declino sofferto dal quarantenne ex-sindaco di Firenze".

Non che il Movimento non "soffra" anche lui in questo scorcio di fine anno: da Gela a Quarto passando per la traumatica espulsione della senatrice Serenella Fucksia, anche il M5s ha infatti i suoi guai. Tutti provenienti dal territorio dove le amministrazioni M5s avevano il compito di guidare la svolta del governo a 5 Stelle.

Un'arma che impugna il Pd per attaccare il suo avversario: "i Comuni che secondo Casaleggio e Grillo avrebbero dovuto rappresentare il fiore all'occhiello dell'esperienza M5S hanno dimostrando la loro inadeguatezza nell'occuparsi della gestione di enti e fondi pubblici".

A Gela al sindaco pentastellato Domenico Messinese è stato dato il benservito senza troppi complimenti.

Non mi ha chiamato nessuno, nessuno mi ha mai chiesto spiegazioni

ammette il sindaco finito sotto processo da parte di consiglieri, assessori e di mezzo meet-up locale per la sua gestione poco 'ortodossa' rispetto alle regole del Movimento.

"Contro di me fango e pressioni, ma non lascio", aveva annunciato il sindaco, intervistato dall'AGI. 

"Non c'e' nessuna ragione per cui dovrei essere espulso o per la quale dovrei dimettermi. E' scattata una caccia alle streghe, vorrei sapere quali sono i motivi di questi attacchi e cosa c'e' dietro. Non ho assunto nessun atto non conforme alla trasparenza. Non posso certamente andare dietro a delle illazioni.

Qualcuno voleva governare in completa autonomia, ma gli assessori sono espressione della fiducia che un sindaco ripone sui propri collaboratori e questa fiducia e' venuta meno".

Messinese è stato messo sotto accusa dal Movimento 5 stelle, due giorni dopo la sua decisione di rimuovere dalla giunta tre assessori perche' "inefficienti e inadeguati", decisione che ha indotto attivisti, gli assessori silurati e consiglieri comunali a chiedere la sua espulsione e il ritiro del simbolo.

"Ci sono state in questi sei mesi molte strane pressioni per la gestione di alcuni settori. La politica gelese e' diventata puro gossip, accanimento, e l'obiettivo forse e' quello di distrarre chi di dovere dalla soluzione dei veri problemi della citta'. Invece di pensare al licenziamento di tre persone, bisognerebbe preoccuparsi dei tremila licenziamenti registrati negli ultimi anni".

Questi attacchi, ha replicato Messinese, "sono degli slogan vuoti. Sono affermazioni non supportate ne' da documenti ne' tantomeno da fatti ma solo da dicerie che viaggiano sul web. Attacchi del nulla.

Mi meraviglio - aggiunge - il motivo di tanto sdegno e di tanto accanimento per un atto formale che e' quello di decidere chi sono i collaboratori del sindaco.

Per governare bisogna essere un gruppo coeso e invece negli ultimi sei mesi e' stato buttato troppo fango un po' su tutti e determinati assessori, che prima si sono messi da parte, ora sono diventati inquirenti, i primi accusatori. Hanno deciso di allontanarsi dal gruppo e un gruppo spezzato non va da nessuna parte. Ho dovuto allontanarli per tutelare la citta'".

Messinese sottolinea anche che "gli assessori appena nominati sono espressione del Movimento 5 stelle. Forse qualcuno fa differenza fra attivisti di serie A e attivisti di serie B. Devo dare risposte alla citta' e non a correnti, schieramenti o fantomatici meetup che fanno riferimento a 20-30 persone che vogliono dettare legge".

A proposito invece della mancata decurtazione del suo stipendio, Messinese spiega che guadagna all'incirca 30 mila euro l'anno, esattamente quanto guadagnava prima:

"Dovrei delinquere?" chiede. "Preferisco essere onesto. Non e' scritto da nessuna parte che io debba tagliarmi lo stipendio. Non era scritto neanche nel mio programma elettorale. Come mai gli assessori che ora mi attaccano, non hanno operato un taglio nei loro stipendi?". 

Anche a Quarto le beghe dei pentastellati sono da mesi sulle pagine dei giornali.

Prima le indiscrezioni su una vicenda di condono edilizio su beni della famiglia del sindaco M5s Rosa Capuozzo, poi le indagini a carico dell'ex consigliere M5s de Robbio (per tentata estorsione aggravata ai danni della Capuozzo e di voto di scambio) a sua volta espulso dal Movimento.

Oggi il segretario della Commissione Antimafia Marco Di Lello ha annunciato l'intenzione di portare la vicenda all'attenzione dell'organismo ma i parlamentari del Movimento mettono le mani avanti.

"Il M5S è parte lesa ed il sindaco Capuozzo ha respinto tutte le richieste avanzate dall'ex consigliere De Robbio, già espulso dal Movimento prima che emergessero indagini a suo carico".

Anche la sindaca frena e si difende: "non ho denunciato il consigliere perché non ritengo di aver subito minacce sia sulla nomina di assessori, sia per favorire imprese di amici nell'assegnazione dello stadio, sia per assumere in Comune sue persone. Con De Robbio - assicura - solo divergenze politiche".


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