Milan, che batosta! Col Palermo il bicchiere è tutto vuoto

Ora deve dimostrare che l'avvio brillante non era un'illusione

04 Novembre 2014   07:53  

Le due sberle ricevute dal Milan domenica sera a San Siro dal Palermo bruciano ancora. I rossoneri, forse per la prima volta in stagione, non sono mai scesi in campo e hanno rimediato la seconda sconfitta stagionale, di nuovo a San Siro (l'altra, alla terza giornata contro la Juventus). Eppure, se con i bianconeri la gara era stata equilbrata, non si può dire la stessa cosa del match giocato, per modo di dire, con i rosanero.

Inzaghi e i suoi interpreti hanno sbagliato praticamente tutto: assetto tattico, gestione della gara, livello di concentrazione, mentalità e tantissimi passaggi. Oltre a ciò, va sottolineata la differenza atletica tra la compagine di Iachini e il Milan: Dybala e compagni all'80' erano ancora lucidi e pieni di energie, al contrario dei vari Menez, Honda e Saponara, totalmente in affanno. E pensare che Milan e Palermo, quest'anno, chiuderanno la stagione con lo stesso numero di partite. E così, dunque, arrivano i primi fischi - strameritati - per il Milan di Pippo Inzaghi che si era meritato, a detta del presidente un bell'8 in pagella per questo avvio di campionato, ma chissà se il numero uno rossonero sarà ancora d'accordo dopo lo scandaloso posticipo di due giorni fa.

Adesso, a bocce ferme, la domanda che sorge più spontanea e che alberga nelle menti dei tifosi milanisti è la seguente: il Milan è veramente in grado di poter lottare per le parti nobili della classifica, oppure quest'avvio positivo non è stato altro che uno specchietto per le allodole? Difficile dare una risposta esauriente ora, ma si possono percorrere più o meno due vie di pensiero.

Partiamo da quella positiva: il k.o. col Palermo ci può stare, il Milan veniva da due gare piuttosto dispendiose dal punto di vista fisico e atletico con Fiorentina e Cagliari; inoltre hanno pesato le assenze di Muntari (incredibile a dirsi!) e di Bonaventura, oltre a quella più decisiva di Alex palesatasi a due minuti dall'avvio che ha influito negativamente sull'andamento della gara con lo sciagurato ingresso di Zapata che ne ha combinate davvero di tutti i colori. Comunque, la posizione di classifica resta ancora migliore rispetto agli ultimi avvii di stagione e se lo stop di domenica dovesse restare un episodio singolo, si può ancora avere fiducia in questa squadra.

Il bicchiere mezzo vuoto, invece, è rappresentato da diversi fattori. Il primo è dato da una rosa che, oggettivamente, continua ad essere troppo corta: l'ingresso di Zapata al posto di Alex è ovviamente l'esempio più eclatante, ma anche i successivi innesti di El Shaarawy e Pazzini non sono stati sufficienti neanche a provocare un accenno di reazione. Il secondo dato è quello che effettivamente preoccupa in maniera peggiore: 14 gol subiti in 10 partite sono veramente tanti e chiunque, al momento, sarebbe capace di infilare Abbiati o Diego Lopez che sia. Urge trovare rimedio: prima di tutto, trovando una coppia di centrali affidabile. Alex e Rami erano i maggiori indiziati, ma il primo è stato già colpito da diversi infortuni e al momento sembra l'unico in grado di garantire una maggiore sicurezza al reparto arretrato; poi, c'è da far rinsavire uno spaurito De Sciglio, completamente spaesato in questo avvio di campionato, sempre distratto, autore di diversi strafalcioni che pesano sul suo umore, oltre che sull'andamento delle partite. Terzo fattore negativo è una condizione atletica che non sembra garantire una tenuta superiore ai 50-60 minuti di gioco: ne risentono ovviamente i più impiegati Abate, Honda, Menez e De Jong che arrivano a fine gara completamente stremati. Se il Milan non riesce a chiudere o raddrizzare nel suddetto lasso di tempo la partita, non porta a casa il risultato perchè gli altri corrono tutti tanto e, soprattutto, meglio.

Insomma, l'unica certezza che c'è al momento è che serve tanto lavoro, che probabilmente non basterà. E' necessario ritrovare in breve tempo anche la giusta lucidità, ma soprattutto quella grinta e quella voglia che è mancata domenica e che, in fondo, è la cosa che fa imbestialire di più i tifosi.

Daniele Polidoro


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