Milan, il derby ha insegnato due cose: più 1-0 e più Alta Tensione

Imparare a gestire anche il minimo vantaggio: così si vince

25 Novembre 2014   15:36  

E' finito in parità uno dei derby più tristi della storia recente della stracittadina milanese. Milan e Inter si sono divise la posta in palio: un 1-1 che ha dato un punto a ciascuno, ovviamente senza accontentare nessuno. Una partita senza tante emozione quella mandata in mondovisione e che ha registrato, immeritatamente per lo spettacolo dato, il record di incassi.

E'stato il solito Milan, capace di creare le sue occasioni (e di concretizzarle al meglio grazie all'estro intermittente dei suoi campioni) ma come al solito alla luce, si alternano troppe ombre in questa squadra. Il cambio dei cugini in panchina non sembra aver destabilizzato troppo Inzaghi (al contrario di quanto detto e scritto dai media), il tecnico rossonero al suo primo derby da allenatore ha preparato bene la gara dei suoi, anche se qualcosa nell'assetto iniziale poteva esser rivisto. L'intuizione di Rami sulla destra è stata da veterano: il francese ha saputo ricoprire i panni di vice-Abate alla grande, non solo in fase difensiva ma portandosi anche oltre la metà campo tentando anche dribbling e cross (sua la palla nel finale per Poli). Ciò per cui è stato maggiormente criticato "Superpippo", però, sono le scelte di Torres (tanto generoso quanto poco lucido) e di Muntari, forse in una delle sue peggiori apparizioni della stagione.

Per il resto, si è visto un Milan discreto, non irresistibile, che avrebbe potuto vincere la gara (che errore il Faraone) ma che come sempre non è stato capace di mantenere il risultato. Nelle ultime partite soprattutto, i rossoneri non sono mai riusciti a tenere il vantaggio acquisito: l'1-0 è un risultato sconosciuto a Menez e compagni, segnale di una squadra in crescita e ancora decisamente troppo immatura per difendere con le unghie e con i denti risultati preziosissimi. Anche nelle gare precedenti, si può notare questo dato. Milan-Fiorentina: dopo il gol di De Jong, la squadra ha concesso troppo spazio ai Viola che alla fine il gol l'hanno trovato con Ilicic (più o meno simile a quello incassato da Obi domenica sera), lasciando un varco incredibile in mezzo al campo; anche con la Sampdoria c'è stato un momento di flessione durante la gara, ed è proprio lì che Okaka ha colpito, andare al riposo sull'1-0 avrebbe sicuramente cambiato la gara di Marassi. Stesso discorso nel derby: il bellissimo gol di Menez andava difeso meglio. Certo, se El Sharaawy l'avesse buttata dentro sarebbe stato diverso, ma è proprio questo il discorso: al Milan non ci si può permettere mai di abbassare il livello della tensione.

Unico (de)merito del match (e scriviamo così per evidenziare che si tratta delle due facce di una stessa medaglia) è che le vere occasioni della squadra di Mancini le ha create il Milan: la prima è stata un regalo di Muntari che ha permesso a Icardi di involarsi solo verso un superbo Diego Lopez, il tentativo di Kuzmanovic nella ripresa è stato dovuto a un pessimo posizionamento sul corner, il gol un rinvio sbilenco di Zapata e, infine, l'incrocio dei pali sfiorato da Icardi viene da un vero e proprio "svenimento" di De Sciglio saltato troppo facilmente da Nagatomo.

Insomma, adesso toccherà a Inzaghi dare una scossa alla squadra nel periodo che andrà fino alla sosta natalizia: chi meglio di lui può far tornare un Milan ad "Alta tensione".

Daniele Polidoro


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