Nuovo Senso Civico: "Pazzesco dopo 40 anni torna la "Sangro-Chimica"

29 Giugno 2016   10:53  

La notizia è di quelle che fanno accapponare la pelle e fremere di rabbia tutte le persone che conoscono la storia sofferta, i sentimenti della gente e i soprusi inflitti alla nostra terra.

Il progetto della Forest Oil di estrazione e raffinazione sul lago di Bomba, già motivatamente bocciato per tutte le possibili conseguenze negative, le carenze e gli assai probabili rischi, risorge all’improvviso come il morto vivente dei film dell’orrore.

L’avviso pubblico viene dato, come al solito in sordina, nelle pagine molto interne del quotidiano regionale “Il Messaggero” del 25 giugno c.m. dove si legge:

“La società CMI Energia SpA con sede legale a Roma, comunica di aver presentato in data 24.06.2016 al Ministero dell’Ambiente istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale del Progetto di sviluppo concessione “Colle Santo”.

Il progetto è localizzato in Abruzzo nei Comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Altino, Perano, Paglieta e prevede la messa in produzione del giacimento di gas naturale “Colle Santo” ubicato in Abruzzo, prov. di Chieti. Il piano di produzione prevede la costruzione di un gasdotto di circa 21 km., di una centrale di trattamento gas nell’area industriale del Comune di Paglieta su una estensione di circa 3 ettari, la messa in produzione dei pozzi esistenti Monte Pallano 1 e 2 ubicati in una postazione di estension pari a circa 1 ettaro nel Comune di Bomba e la perforazione di ulteriori 2-3 pozzi di sviluppo a partire dalla medesima postazione.  Non si prevedono impatti significativi sull’ambiente.  [ma guarda un po’!!!]

Il procedimento di V.I.A. comprende la valutazione di incidenza in quanto il progetto interferisce con le seguenti aree afferenti alla rete Natura 2000: SIC (Sito di Interesse Comunitario) Lago di Serranella e Colline di Guarenna; SIC Bosco di Mozzagrogna (Sangro)”

Siamo veramente allibiti, sconcertati, ma assai di più infuriati.

Com’è possibile che un progetto così universalmente osteggiato dalla popolazione locale e da poco bocciato da tutti gli organismi preposti (compresi TAR e Consiglio di Stato) venga ripresentato a poca distanza come se nulla fosse?  Naturalmente abbiamo più di un dubbio sulla legittimità del nuovo procedimento che approfondiremo con tutti gli strumenti e gli esperti a nostra disposizione, ma qui vengono a maturazione tutti i  frutti velenosi della legge “Sblocca Italia” che abbiamo subito paventato come perfetto lasciapassare per perforazioni ed estrazioni diffuse su tutto il territorio nazionale.

La straordinaria lotta abruzzese contro la petrolizzazione ha però ottenuto che nell’ultima Legge di stabilità venisse non solo cancellato il progetto “Ombrina” e ripristinato il divieto di trivellazioni in mare entro le 12 miglia, ma soprattutto venissero reintrodotti alcuni vincoli e competenze regionali.

Come indicato sull’avviso pubblico c’è tempo fino al 22 agosto per la pubblica consultazione del progetto presso le sedi ministeriali di Ambiente e Cultura, la Regione Abruzzo, la Provincia di Chieti e le sedi dei Comuni interessati indicati in precedenza e per la presentazione delle osservazioni.

Anche qui siamo al solito scontato schema indisponente: guarda caso i termini per la presentazione delle osservazioni scadono sempre in pieno periodo di ferie e vacanze, quando l’attenzione generale è di certo molto più bassa e anche tutti gli uffici sono con personale ridotto.

Così com’è fatto scontato e ripetitivo che la Cittadinanza venga messa al corrente per prima non dalle amministrazioni pubbliche già a conoscenza dei fatti ma dal mondo dell’associazionismo che, come nel nostro caso, deve affidarsi a segnalazioni volontarie e stare costantemente sul chi va là.  Ma quest’inversione di ruoli comincia ad essere pesante ed inaccettabile per cui adesso pretendiamo che la Regione Abruzzo convochi subito un tavolo sull’argomento al quale siano invitati oltre a Provincia e Comuni anche tutti i portatori di interesse comprese le associazioni e le categorie nel quale presentare un piano dettagliato per bloccare sul nascere quest’ennesimo schiaffo alla dignità della nostra Regione.

Il progresso e la ricchezza diffusi per l’Abruzzo sono dati proprio da quelle zone di bellezza e salute come le aree SIC indicate nel progetto che si vanno a “disturbare” con fumi, tubi e perforazioni. L'intero popolo formato da chi ama e rispetta l’Abruzzo ha dimostrato con le lotte tenaci e vittoriose di un passato lontano e di uno molto più recente che questo “disturbo” non viene più scusato ed il miglior progetto che questa come altre società arrembanti possono presentarci è quello di rimettere armi e bagagli in valigia e tornarsene al più presto a casa.


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