Processo Grandi Rischi, dopo trenta udienze si giunge al giudizio

22 Ottobre 2012   09:29  

Dopo trenta udienze di fuoco che si sono tenute nella piccola aula del Tribunale provvisorio dell'Aquila, presso il Nucleo industriale di Bazzano, e' attesa in giornata la sentenza definita "storica", sull'operato della Commissione Grandi Rischi accusata (i pm hanno chiesto la condanna a quattro ani di reclusione per tutti) di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni in relazione al sims che colpi' L'Aquila il 6 aprile 2009. Nella mattinata previste le repliche dei pubblici ministeri, Fabio Picuti e Roberta D'Avolio.

 Alla fine, salvo ulteriori interventi delle parti civili e delle difese, il giudice unico del Tribunale dell'Aquila, Marco Billi, si ritirera' in camera di consiglio per decidere. Gli imputati sono: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, gia' vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi presidente dell'Ingv, Giulio Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva ordinario di fisica all'Universita' di Genova e Mauro Dolce direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. Il verbale redatto subito dopo la riunione del 31 marzo 2009 nel quale si riteneva poco probabile un forte terremoto e' il punto nodale di tutta l'indagine e di conseguenza del rinvio a giudizio in quanto secondo gli stessi pm sarebbe carente. In particolare si contesta "una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attivita' della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico".

"Sono state fornite dopo la riunione" si legge nel capo di imputazione "informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosita' dell'attivita' sismica vanificando le attivita' di tutela della popolazione". Secondo i pm gli imputati "sono venuti meno ai doveri di valutazione del rischio connessi alla loro funzione" anche sotto il profilo dell'informazione. Queste notizie rassicuranti "hanno indotto le vittime a restare nelle case". L'inchiesta aveva avuto una prima svolta il 4 giugno del 2010, quando gli agenti della Sezione di polizia giudiziaria della Polizia di Stato, in servizio presso la Procura della Repubblica dell'Aquila e quelli della Squadra mobile, della Questura, notificarono gli avvisi di garanzia ai sette indagati. Altra data importante il 25 maggio del 2011 quando il Gup del Tribunale dell'Aquila, aveva deciso per gli indagati il rinvio a giudizio. Prima udienza il 20 settembre del 2011. Da quella data fino alle ultime battute del processo, hanno sfilato 275 testimoni tutti a raccontare davanti il gotha dei penalisti italiani, la settimana prima del terremoto, la loro paura, e cosa cambio' dopo le parole degli esperti sismologi, ingegneri, dirigenti della Protezione civile, che parteciparono alla riunione della Commissione Grandi Rischi, all'Aquila, il 31 marzo 2009, sei giorni prima del terremoto. I primi dieci esposti presentati negli uffici della Procura della Repubblica dell'Aquila, risalgono al mese di ottobre del 2009 e a presentarli erano state persone che sono scampate alla morte la notte del 6 aprile o da parenti delle vittime che a seguito delle rassicurazioni provenienti da rappresentanti della politica e della Protezione civile, (tutti facenti parte della Commissione) erano rimasti nelle loro abitazioni che, invece, erano crollate a seguito della devastante scossa. Insieme agli esposti era stato allegato diverso materiale, soprattutto interviste audio-video in cui i rappresentanti della Commissione invitavano la popolazione a stare tranquilla.

 

 


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