Processo sanità, Cassazione annulla condanna di Pace e del genero per prescrizione

I giudici: "Non fu tangente ma finanziamento illecito a partiti"

27 Novembre 2014   11:20  

E' stato di fatto stravolto l'impianto accusatorio, e di conseguenza il destino giudiziario dell'ex governatore Giovanni Pace, coinvolto nell'inchiesta sulla sanità abruzzese scattata nel 2008 e che coinvolse imprenditori e politici di entrambi gli schieramenti.

Pace, coinvolto per la presunta richiesta indiretta di una tangente da 100.000 euro, fu assolto in primo grado ma condannato in appello a 2 anni per appropriazione indebita. Ora, tuttavia, la Cassazione ha annullato la sua condanna: secondo i giudici, infatti, il reato commesso da Pace non fu concussione, ma un finanziamento illecito ai partiti, ormai caduto in prescrizione.

Oltre a lui, medesimo destino giudiziario anche per il genero Vincenzo Trozzi, ex vicepresidente della Fira. "Ho sempre avuto la serenità di chi sapeva di non aver fatto nulla" - ha commentato l'ex presidente della Regione - "per cui ho solo dovuto attendere che giungesse questo giorno. Da cittadino, la sola amarezza è nel constatare i tempi della giustizia".

Il reato di finanziamento illecito ai partiti, oltre ad essere caduto in prescrizione, si discosta evidentemente molto da quello di concussione che l'accusa gli aveva contestato. Pace fu tirato in ballo nella maxi inchiesta sulla base di una frase ("Masciarelli, dopo aver contattato Angelini, gli riferiva che il presidente Pace 'voleva 200 mila euro perché se vincono'..."). Di seguito, sempre secondo l'accusa, Trozzi avrebbe ricevuto la somma di 100.000 euro.


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