Stupro di Pizzoli, il Gip: "Tuccia può reiterare il reato, ma non serve il carcere"

14 Giugno 2012   09:33  

Conferma le due gravi ipotesi di reato di tentato omicidio e violenza sessuale, conferma, per la possibile reiterazione del reato, l'esigenza di custodia cautelare, ma ritiene che possa essere soddisfatta anche con la misura degli arresti domiciliari. Sono queste le motivazioni condivise anche dall'accusa, con cui, l'8 giugno scorso, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell'Aquila Giuseppe Romano Gargarella ha disposto la scarcerazione di Francesco Tuccia, giovane militare irpino accusato di avere stuprato una studentessa, poi abbandonata incosciente nella neve, a rischio di morte per assideramento.

Una decisione che ha fatto discutere, provocando le ansie della giovane, "a questo punto potrei andarmene dall'Italia" ha ammesso nelle sue prime parole rilasciate alla stampa, e reazioni sdegnate della famiglia e di associazioni e personaggi, tra cui la cantante Fiorella Mannoia.

Come si legge nell'ordinanza, Gargarella rileva che "tuttora sussistono le ragioni cautelari poste alla base della misura in atto" e "non sono stati prospettati elementi nuovi che tali esigenze facciano venir meno". Insomma, "non vi è motivo alcuno di ritenere non più sussistente il pericolo di reiterazione di ulteriori reati da parte dell'odierno indagato", scrive il Gip. Il quale comunque decide che "allo stato, tali esigenze possano essere soddisfatte con la misura degli arresti domiciliari, non apparendo necessario mantenere la misura della custodia in carcere".


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