Tangenti Pescara, il pm Varone chiede sei anni per l'ex sindaco D'Alfonso e per Guido Dezio

10 Dicembre 2012   10:43  

Il pm Gennaro Varone sta concludendo la sua requisitoria nel corso dell'udienza del processo Housework che vede imputato l’ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso, accusato di concussione, corruzione, truffa, falso, peculato e associazione per delinquere e imputato con altre 23 persone tra cui il suo ex braccio destro Guido Dezio e gli imprenditori Carloe Alfonso Toto nel processo per presunte tangenti.

E dopo un anno e otto mesi di udienze, e una rwquisitoria di sette ore il pm Gennaro Varone ha chiesto sei anni sia per Luciano D'Alfonso che per Guido Dezio.

Varone ha incentrato la sua requisitoria sulla "gestione torbida di D’Alfonso", a cominciare dal presunto scambio corruttivo con gli imprenditori, ovvero soldi in cambio di appalti per i costruttori. E poi i rapporti tra l’ex sindaco e la famiglia Toto a cui, nel corso di numerose udienze, D’Alfonso ha ricordato di essere legato da una salda amicizia.

I conti di D’Alfonso sono uno dei nodi principali su cui punta l’accusa: secondo il pm nel 2004 e nel 2005 i conti correnti dell’ex sindaco sarebbero stati dormienti, con «inverosimili uscite» per coprire le esigenze quotidiane di una famiglia: quelle risorse sarebbero state attinte da altri canali.

L’inchiesta "Housework", che il 15 dicembre del 2008 portò all’arresto di D’Alfonso e alla successiva caduta della sua giunta di centrosinistra.

 


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