Terremoto Emilia: 5 miliardi di danni, centomila ettari di terreni a secco, altre scosse nella notte

03 Giugno 2012   14:35  

Altre dodici scosse di terremoto nella notte tra sabato e domenica nelle province di Modena, Ferrara, Bologna e Mantova: le scosse sono state tutte di intensità inferiore al 3.0. La più forte, il cui epicentro è stato localizzato dall’Istituto nazionale di geofisica evulcanologia nella bassa mantovana, ha avuto infatti una magnitudo di 2.9. Una piccola scossa (2.3) è stata localizzata anche a sud di Ravenna.

E' arrivato a Marzaglia il commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn, Ha annunciato 150 milioni stanziati a fondo perduto più altri 100 dal fondo sviluppo rurale, il massimo impegno per sostenere progetti sulle nanotecnologie, che ha in Mirandola un distretto di primo piano, e per fermare la delocalizzazione.

"Gli aiuti del fondo di solidarietà europea a fondo perduto  - ha spiegato Hahn vengono erogati in caso di catastrofi nazionali. Ho sorvolato la vostra zona terremotata e non si può parlare che di catastrofe nazionale. Credo che la stia di 5 miliardi di danni sia verosimile. Ma l'Europa ci sarà per sostenere la popolazione e le attività economiche".

Dopo il terremoto e lo sciame sismico che continua, i terreni sono a secco: quasi centomila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova sono senza acqua a causa dei danni provocati dalle scosse di terremoto agli impianti idraulici che garantiscono la sicurezza del territorio.

E’ quanto afferma la Coldiretti, in una nota, sulla base delle analisi dell’Associazione nazionale biotecnologi italiani (Anbi), dalle quali si evidenzia che servono interventi per decine di milioni di euro nell’immediato per garantire l’irrigazione ed evitare che l’arrivo di forti piogge possa provocare alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali città emiliane.

Il fenomeno della liquefazione delle sabbie che emergono dal terreno rubando spazio alla terra coltivata e provocano numerose crepe a case e magazzini, è – sottolinea la Coldiretti – solo l’effetto piu’ evidente del dissesto idrogeologico provocato dal sisma che ha spaccato terreni nelle aree urbane ed agricole e messo in pericolo la stabilità del territorio. Il terremoto – continua la Coldiretti – ha provocato danni agli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. Una prima conseguenza è stata la sospensione del servizio di irrigazione che è necessario far ripartire per preservare, nell’emergenza, una delle agricolture più floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, riso, parmigiano reggiano in particolare i settori a rischio.

L’80 per cento della produzione di pere made in Italy si concentra proprio tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna e la loro raccolta e ora a rischio. Sono inagibili l’impianto irriguo modenese di Concordia (a servizio di 2.500 ettari a frutteto) e quello di Sabbioncello nel comune mantovano di Quingentole (a servizio di 18mila ettari vocati all’ortofrutta.

A forte rischio di chiusura, per inagibilita, anche l’impianto Ubertosa, nel comune di Poggio Rusco (irriga 10mila ettari tra seminativi, frutteti e coltivazioni ortofrutticole); gia’ sospesa l’irrigazione su un’area di 26 mila ettari nel modenese (da Novi di Modena a Carpi e Campogalliano). Nell’impianto idrovoro di Mondine – sottolinea la Coldiretti – è crollata la torre dove si trova l’impianto elettrico. Grave è anche la situazione nella maggior parte dei 162 mila ettari di pianura del comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova .

Una rete estesa per 2500 chilometri di canali, 52 impianti idrovori e 2000 manufatti. Danni analoghi anche in provincia di Mantova, per gli impianti del consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga.

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