Uccise ex moglie e nuovo compagno, iniziato processo Kapplani

27 Febbraio 2014   16:21  

Si è aperto stamani in Corte d'Assise all'Aquila, il processo a carico dell'imprenditore albanese di 50 anni Burhan Kapplani, finito in carcere dopo avere freddato a colpi di pistola l'ex moglie Orietha Boshi, dalla quale aveva avuto quattro figli, e il compagno di lei Sheptim Hana, rispettivamente di 36 e 39 anni. Un delitto, commesso nel gennaio 2013, per il quale l'imputato rischia l'ergastolo.

Infatti la Procura contesta allo straniero la premeditazione del doppio omicidio visto che aveva in mano una pistola senza che nulla lo giustificasse, arma di cui non aveva nemmeno la detenzione.

Il processo è stato segnato da un primo rinvio per alcune nullita', che non lo hanno fatto iniziare. Gli atti erano regrediti davanti ad altro gip che aveva respinto per l'ennesima volta la richiesta di rito abbreviato condizionato (ad una perizia psichiatrica) chiesto dalla difesa. Stamani gli avvocati Leonardo Casciere e Tommaso Colella (legali di fiducia dell'omicida) hanno reiterato alcune eccezioni e presentato una nuova istanza di rito abbreviato condizionato, tutte pero' rigettate dalla Corte, presieduta da Giuseppe Grieco, il quale soltanto al termine della fase istruttoria decidera' se disporre per Kapplani una perizia psichiatrica.

Secondo gli avvocati, infatti, l'uomo al momento del fatto non era in grado di intendere e di volere. Nel corso dell'udienza, la Corte ha comunque annunciato che se durante il processo dovessero emergere quegli elementi a sostegno della richiesta di rito abbreviato condizionato, l'arrestato avrebbe comunque uno sconto della pena.

Nell'udienza di oggi sono stati sentiti i primi testimoni dell'accusa, i carabinieri che hanno condotto le indagini ed il medico legale che si reco' sul luogo del duplice omicidio: nel piazzale antistante il discount "Md" a Bazzano, frazione est dell'Aquila. Dalle testimonianze è emerso come la pistola (una calibro 7.65) utilizzata per uccidere la coppia, era stata rubata ad un poliziotto in pensione che la custodiva in un'abitazione inagibile dal terremoto.

Non è mai stato chiarito come Kapplani ne fosse entrato in possesso. Quattro i colpi complessivamente esplosi: due sull'ex moglie, altri due sull'uomo. Stando alla testimonianza del medico legale della Asl dell'Aquila, l'uomo sarebbe morto ugualmente dopo essere stato attinto dal primo colpo di pistola entrato nella zona toracica e arrivato al cuore.

Un altro carabiniere ha infine raccontato dei dissaporti tra la donna uccisa e l'ex marito che aveva costretto i carabinieri della stazione di Paganica ad intervenire nella loro abitazione di San Gregorio. L'udienza è stata aggionata al 13 marzo data nella quale saranno ascoltati tutti gli altri testi dell'accusa, rappresentata dal pm David Mancini.

L'omicidio si verificò il 17 gennaio: l'imputato, arma in pugno, dopo aver incrociato le vittime dirigersi al discount torno' a casa per prendere la pistola. Torno' da loro, ed esplose due colpi contro la donna che morì subito. Il compagno di lei tento' una fuga ma anche lui fu colpito mortalmente. Era stato lo stesso omicida a chimare i carabinieri e a consegnarsi a loro.

Da allora è sempre rimasto in cella nonostante le richieste di detenzione domiciliare avanzata dai suoi avvocati che sono state sempre respinte dal giudice e dal tribunale del Riesame soprattutto a causa del pericolo di fuga nel suo Paese.


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