25 Aprile, celebrare la Liberazione significa ricordare i sacrifici per la Libertà e Democrazia

24 Aprile 2017   13:19  

Il presidente dell'Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea (IASRIC), Carlo Fonzi, interviene con una riflessione sul 72esimo anniversario della Festa della Liberazione.

"Sarebbe superfluo un mio intervento se tutti i cittadini italiani avessero pienamente compreso la valenza storica, civile e simbolica del 25 aprile - scrive Fonzi - che non fu soltanto l'esito di azioni militari degli Alleati ma anche scelta di 'Liberta'' di un popolo deciso a liberarsi del nazifascismo.

I fenomeni resistenziali nel loro complesso sono stati certo lotta 'partigiana', ma non solo.

Si farebbe torto alla popolazione italiana, se la Liberazione fosse vista soltanto come un'operazione militare dell'esercito alleato e/o delle formazioni partigiane e non si valutasse l'azione corale di un popolo, che pati' inimmaginabili sofferenze nei terribili anni dal luglio 1943 al maggio 1945, con la guerra in casa.

E l'Abruzzo piu' di altre aree, attraversato dal fronte della Linea Gustav, ebbe davvero la guerra in casa e non fu estraneo ne' all'impegno per la Liberazione, con la presenza di molte formazioni partigiane, a cominciare dalla Brigata Maiella, ne' al contributo di vite umane di civili, spesso donne e bambini, nelle tantissime stragi nazi-fasciste perpetrate nell'intero territorio regionale, come risulta da un lavoro di ricerca delle 'Stragi naziste e fasciste in Italia (1943-45)', i cui risultati sono consultabili anche on-line".

"Nel convegno, svoltosi a L'Aquila il 7 aprile scorso ed organizzato dall'Associazione ex Parlamentari italiani e dall'Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea (IASRIC), 'L'Italia e l'Abruzzo, dalla Resistenza alla Costituente' - sottolinea Carlo Fonzi - e' stato rimarcato il contributo importante e significativo che la popolazione abruzzese ha dato alla Liberazione nel terribile inverno di guerra del 1943-44, in quella che alcuni storici definiscono 'Resistenza umanitaria', cioe' aperta a molte altre manifestazioni oltre a quella armata".

"La celebrazione della Liberazione - conclude il presidente IASRIC - significa ricordare esattamente questo: dal sacrificio di una intera popolazione inizia il percorso dell'Italia verso i principi di Liberta' e di Democrazia, che noi dobbiamo rispettare e seminare per il futuro"


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