30 anni di Legge 194, intervento di Agnese Pellegrini

22 Maggio 2008   10:27  

di Agnese Pellegrini*

 

 

A trent’anni dalla sua promulgazione, la legge 194 dimostra inequivocabilmente che l'aborto - come ha detto Benedetto XVI nel discorso pronunciato davanti al corpo diplomatico e ai rappresentanti politici e istituzionali austriaci, durante la sua visita in Austria - non può essere considerato un diritto umano, ma il suo contrario: una profonda ferita sociale. Dopo 30 anni di applicazione, la 194 non soltanto non ha risolto il problema per cui era stata pensata, cioè eliminare l’aborto clandestino, ma ha permesso il diffondersi di una mentalità alienante secondo la quale l’interruzione volontaria di gravidanza è diventata un contraccettivo di emergenza, con buona pace dell’opinione pubblica che, ormai, anziché condannarlo, si è assuefatta a considerare “normale” questo omicidio. Da parte loro, troppo spesso istituzioni e centri di ricerca, incontrando un’ignoranza diffusa sull’argomento, diffondono messaggi di morte che nascondono una mentalità nichilista e discutibili interessi economici. Ciò che è legale - come appunto la 194 - non sempre è legittimo. Per questo, ancora più oggi che la bio-politica riveste un’importanza decisiva per gli equilibri sociali, è doveroso affermare che una politica di connivenza non può e non deve essere più tollerata. Con questo, non si vogliono accusare le donne, spesso vittime inconsapevoli di un’interpretazione della vita che condanna la maternità. Chi ama la vita ha il dovere di fare opinione. Nei mesi scorsi, la nostra protesta ha preso la forma di una lista di scopo per le elezioni alla Camera dei Deputati che non è approdata in Parlamento ma anche in Abruzzo ha ricevuto migliaia di consensi e ha mobilitato coscienze e associazioni, dimostrando che è possibile fare rete sui “valori forti”. Questa testimonianza deve proseguire attraverso una battaglia culturale e politica per la dignità della persona umana a 360°: convegni tematici, azioni di pressione sulle istituzioni, campagne di sensibilizzazione… in una parola, testimonianza. Il maltrattamento della vita va inteso tuttavia in senso sempre più ampio, come offesa contro l'uomo, e l’anniversario della 194 dev’essere un’occasione per richiamare le coscienze degli abruzzesi contro tutte le azioni di svilimento, sofferenza ed emarginazione della persona debole e sola.

 

 

Giornalista, capolista abruzzese lista "Aborto?No, grazie" alle ultime politiche



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