718' Perdonanza Celestiniana: il discorso d'apertura del sindaco Massimo Cialente

23 Agosto 2012   20:12  

Sua Eccellenza Arcivescovo Metropolita dell’Aquila,Monsignor Giuseppe Molinari, Signor Assessore della Regione Abruzzo, signor Presidente della

Provincia dell’Aquila, carissimi cittadini aquilani.

Tra breve procederò all’apertura ufficiale delle celebrazioni per la 718esima edizione della Perdonanza Celestiniana.

La manifestazione più profondamente legata alla storia e all’identità della Città dell’Aquila, un evento intorno al quale, ogni anno, la comunità si ritrova.

Sempre più forte avvertiamo, dopo il sisma che ha devastato la nostra Città e dopo la dispersione che ne è derivata, il desiderio e l’esigenza di riscoprire e rinsaldare valori comuni, legati alla nostra storia, radicati nella nostra identità di singoli individui e di cittadinanza.

E i valori rappresentati e testimoniati dalla Bolla del Perdono, quelli che Celestino V affidò al prezioso documento che volle donare alla Municipalità Aquilana, sono costituiti, in particolare, dalla Pace, dall’Ecumenismo, dalla Riconciliazione.

Il Santo Papa Giovanni Paolo II, alcuni anni fa, a proposito della Perdonanza Celestiniana, affermò: “Bisogna riconciliarsi prima con il Creatore, poi con le creature, poi con se stessi”.

Parole che, meglio di tutte, possono esprimere il senso più vero e più profondo di questa manifestazione e far comprendere a chi, in questi giorni, giunge all’Aquila, quale sia la ragione che, di anno in anno, anche dopo la tragedia che ci ha colpito, ci spinge a seguire i momenti principali della manifestazione, ad entrare nella Basilica di Collemaggio, a pregare sulla tomba di Celestino V, a partecipare a un rito che ogni volta si rinnova e si rigenera al tempo stesso.

Riconciliazione. Questa è la parola chiave.

Da qui, dal messaggio di Celestino, dobbiamo partire per ritrovarci come singoli e come comunità, per trovare il coraggio, la fede, la speranza per andare avanti, ma anche la determinazione e la spinta per ricominciare.

Tre anni fa, nell’edizione 2009 della manifestazione, ricordo le lacrime che rigavano il mio volto, mentre sfilavo nello scarno corteo che quell’anno attraversò il centro storico ferito e devastato dal sisma, e quelle che vidi sui visi dei miei concittadini, mentre pensavo a quanti, quell’anno, non c’erano più.

Non sapevamo, allora, cosa ci aspettava, nessuno era in grado di guardare avanti.

Oggi siamo qui. A vedere una città ancora ferita che prova a ripartire, fieri del fatto di essere restati, esempio per il Paese intero per la dignità e la forza che questo popolo dignitoso e fiero ha dimostrato nel momento della tragedia e del dolore.

Anche questa è riconciliazione. Quella con il nostro destino, con il nostro lutto, con quel senso di rabbia e di impotenza che ha pervaso tutti da quella notte maledetta.

Nella riconciliazione sta la forza, l’energia, il senso stesso dell’andare avanti, sostenendoci nei momenti di sconforto, dando voce, tutti insieme, ai nostri diritti, difendendo la nostra Città, ricostruendola più bella e più sicura.

Riconciliandoci, tutti insieme, con il passato, per andare incontro, più forti e più sereni, a quel futuro che finalmente riusciamo a vedere e a cui, finalmente, riusciamo a dare un senso.

 

Il Sindaco

Massimo Cialente


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