AMBIENTE: DISCARICA CONSORTILE LANCIANO, DUE DENUNCE

17 Marzo 2008   18:47  

La Forestale di Lanciano ha denunciato alla locale Procura C. M., sessantaquattrenne gestore della discarica di Lanciano, e F. N., cinquantacinquenne responsabile tecnico di Pennadomo (CH), per concorso in scarico illecito di reflui di discarica, avvenuto in "Contrada Cerratina" di Lanciano (CH).

Le indagini erano partite, nel gennaio scorso, dall'esposto di una ditta che si era vista arrivare sul proprio piazzale, da una tubazione superficiale, uno scarico di acque non meglio identificabili. Seguendo quella pista, gli agenti forestali sono stati in grado di scoprire diversi scarichi di acque reflue considerabili "industriali": "acque di prima pioggia", acque di lavaggio di automezzi, acque reflue domestiche, tutte provenienti dalla discarica consortile, e acque di falda contaminate, provenienti dal pozzo della trincea drenante della discarica denominato "PTD2", che confluivano illegalmente nella fognatura del Consorzio Area di Sviluppo Industriale - A.S.I. Sangro. Inoltre sono state trovate "acque di seconda pioggia", non monitorate nè trattate, derivanti dallo scorrimento superficiale delle acque piovane provenienti dai settori chiusi della discarica, dalle pavimentazioni e dai piazzali, che confluivano direttamente sulla cunetta stradale, anch'esse in modo abusivo.

Gli agenti hanno accertato, infatti, che tutti gli scarichi che confluivano nel pozzetto della fognatura del Consorzio ASI Sangro non avevano più l'autorizzazione allo scarico, in quanto già scaduta nello scorso mese di ottobre e non rinnovata nei termini. Il ruscellamento delle acque di scarico, che al momento del sopralluogo sgorgavano con discreta portata, derivava dalla fuoriuscita da un tubo nero in polietilene del diametro di 90 mm, scollegato dal proprio raccordo posto all'interno della discarica, in prossimità della recinzione. Secondo il direttore tecnico tali acque erano da considerarsi acque meteoriche di dilavamento non contaminate, che derivavano dal pozzo della trincea drenante denominato PTD2, e che la fuoriuscita dell'acqua era stata probabilmente causata dallo sfilamento del tubo a causa del freddo.

I forestali hanno comunque proceduto, dopo aver assistito alla riparazione della tubazione in polietilene, al prelievo di campioni per le analisi chimiche e batteriologiche, pressochè nello stesso punto dove si era verificata la disgiunzione del tubo. I risultati delle analisi hanno poi evidenziato il superamento dei limiti previsti per legge del manganese (circa 10 volte) e del dicloropropano (oltre 8 volte). La responsabilita' degli indagati ha portato quindi alla denuncia per scarico illecito di reflui industriali.

(AGI)


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