ANM Abruzzo contro la riforma della Giustizia
La Riforma della Giustizia appena varata dal Consiglio dei Ministri prevede norme che penalizzano i magistrati soprattutto quelli requirenti e non affronta, con provvedimenti efficaci, l'atavico problema della lentezza dei procedimenti.
Ne é convinta l'Associazione Nazionale Magistrati fortemente critica con una Riforma definita epocale, ma giudicata comunque perfettibile dal Guardasigilli Alfano. Sui temi della riforma abbiamo ascoltato il presidente dell'Anm Abruzzo Giampiero Di Florio
"Il problema non é tanto per i magistrati quanto per la collettività per nulla tutelata da questa riforma - attacca Di Florio - perchè non da garanzie ai cittadini" L'aspetto della separazione delle carriere requirenti e giudicanti e la conseguente istituzione di due Csm presiduti entrambi dal Capo dello Stato depotenzia di fatto la figura del Pubblico Ministero?: "Certamente sì, il Pm che dipende dall'esuecutivo diventa, inevitabilmente, un magistrato con le armi spuntate e questa norma andrà ad incidere sullo stesso esercizio penale."
Ci sono anche altri aspetti che lasciano perplessi, vedi ad esempio il giudizio inappellabile già dal primo grado: "certamente, ma direi - spiega Di Florio - che tutta la Riforma non incide sulla lentezza del procedimenti e sulla carenza di organico e soprattutto non fornisce soluzioni immediate per affrontare questi problemi." Quali linee d'indirizzo avrebbe dovuto seguire il Governo?: "Come Anm lo diciamo da tantissimo tempo ma continuiamo ad essere inascoltati: ci vogliono mezzi, strutture e personale. In questo Paese non si svolgono concorsi per personale amministrativo da venti anni e gli Uffici Giudiziari rischiano il collasso.
Sulle risorse poi, tenga presente che una Procura come quella di Pescara deve gestire appena 8000 euro di assegnazioni all'anno, solo la copertina di un fascicolo costa 25 centesimi, le sembra questo il modo migliore per risolvere il problema della Giustizia in Italia?".
