Abbateggio (Pe): dal sindaco del paese del farro un altro "no" alla cancellazione dei piccoli comuni

25 Agosto 2011   09:58  

Continua la protesta dei piccoli Comuni a causa della manovra finanziaria. Questa volto ad esprimersi è il sindaco di Abbateggio, comue del pescarese,  Antonio Di Marco: “E’ gravissima la manovra proposta dal Governo centrale che colpisce i piccoli Comuni. Siamo davvero preoccupati non vogliamo che la nostra identità sia cancellata così, perché farlo significherebbe tralasciare
la storia e minacciare il futuro della nostra Nazione. Ecco perché non ci fermeremo e venerdì 26 saremo a Roma, tutti presenti per protestare il nostro disappunto davanti a Palazzo Chigi”.

Il sindaco di Abbateggio,  nei giorni scorsi si è incaricato di coordinare i Comuni pescaresi ricevuti lunedì scorso dal Prefetto e che dopo la manifestazione di Roma prevista per venerdì 26 p.v. si troveranno, insieme agli altri piccoli Comuni d’Abruzzo il 3 settembre presso l’Auditorium De Cecco per fare il punto della situazione.

“Sopprimendo gli Enti Locali, ne soffrirebbero tutti i servizi essenziali e quanti disagi in più ci troveremmo ad affrontare vivendo in zone periferiche?” Queste le parole di un Amministratore che ama, conosce e difende la propria terra alla pari dei tanti altri Sindaci, Vice-Sindaci, Assessori e Consiglieri che, ogni giorno, presidiano i propri paesi occupandosi di risolvere i problemi e di soddisfare le necessità delle popolazioni che li abitano.

“Nel momento in cui tutta Italia si fermava per rilassarsi e godere di un momento di riposo siamo piombati in un incubo. - commenta ancora il sindaco di Abbateggio- L’incubo di vedere le nostre realtà, annullate e di trovarci in un Paese diverso, un’Italia senza i suoi borghi che tanto la caratterizzano con tutte le proprie peculiarità. L’Abruzzo è una regione particolarmente ricca di prodotti tipici, di quei prodotti che nascono da particolari tradizioni e schemi lavorativi locali tramandati da generazioni, prodotti molto apprezzati che sono espressione dell’antica civiltà contadina e pastorale abruzzese. Dietro ad ogni prodotto tipico c’è la storia dell’uomo, del suo lavoro, del suo dialetto, della sua casa, del suo Comune. La nostra regione è riconosciuta, dall’immaginario collettivo, fra le prime tre regioni turistico-agro-alimentari del Paese, dalle pianure alle colline, dalla fascia marina fino alle aree protette dei parchi."

"Già i parchi! L’Abruzzo, - continua  Di Marco- nel suo non vasto territorio, vanta 3 parchi nazionali, 1 regionale e svariate riserve orientate e territoriali, 2/3 del territorio destinato ad aree protette. Ma quanto turismo, specie quello dell’interno montano, potrebbe esistere e resistere senza la presenza dei piccoli Comuni sparsi nel territorio? E quanti e quali prodotti tipici potremmo ancora orgogliosamente offrire al nostro turismo enogastronomico per cui siamo tanto famosi in Italia e non solo? Eccellenze come il Pecorino di Farindola, il Pecorino di Castel del Monte, il Farro di Abbateggio, tanto per citarne alcuni, sono l’emblema dei piccoli Comuni dove sono prodotti. Insomma il prodotto tipico lega la sua vita e la sua notorietà al nome del suo Comune e, se oggi questi piccoli Comuni che faticosamente stanno provando a rialzare la testa con la riapertura di negozi di prossimità (il forno, la macelleria, l’alimentari, la farmacia), lottando quotidianamente contro l’assalto dei centri commerciali e contro l’inurbamento caotico della città, dovessero sparire, significherebbe cancellare in un sol colpo tutti gli sforzi da loro profusi per frenare lo spopolamento e frenare la rinascita di questi meravigliosi borghi. Se tale scellerato provvedimento governativo venisse approvato, questi territori, questi villaggi, questi borghi e queste comunità diventerebbero di colpo…figli di N.N.”. 


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