Abruzzo Rifiuta Legge Fine Vita: Scontro Ideologico e Accuse Infuocate

20 Giugno 2025   13:17  

La maggioranza di centrodestra respinge la proposta regionale sul suicidio assistito, causando protesta dell’Associazione Coscioni e contrasti tra istituzioni e pazienti in attesa.

Il Consiglio regionale d’Abruzzo ha rigettato oggi la proposta di legge popolare sul fine vita, fortemente voluta dall’Associazione Luca Coscioni con la campagna “Liberi Subito”. La coalizione di centrodestra ha motivato il voto negativo sostenendo che la questione rientri nella competenza nazionale, mentre il centrosinistra ha espresso voto favorevole.

Secondo Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretaria nazionale dell’associazione, la decisione rappresenta un atto di irresponsabilità verso i malati e il personale medico, abbandonati senza garanzie nei tempi e nelle modalità per l’accesso al suicidio assistito. L’Abruzzo avrebbe dovuto seguire l’esempio della Regione Toscana, che ha già attuato una normativa operativa in materia.

Il gruppo di Cappato denuncia inoltre ritardi nelle procedure, con pazienti costretti ad attese fino a due anni, come nel caso di Federico Carboni e Laura Santi, privati di risposte tempestive dal Servizio sanitario regionale. L’Associazione annuncia l’intenzione di supportare azioni legali per far valere i diritti dei richiedenti e garantire l’autosomministrazione del farmaco dove consentito.

Il testo, prima proposta regionale d’iniziativa popolare in Abruzzo, era stato depositato con 8.119 firme e aveva superato il vaglio del Collegio di Garanzia Statutaria nel settembre 2023. Dopo audizioni e discussioni in Commissione, l’Aula avrebbe dovuto pronunciarsi entro giugno 2025 per restare nella legislatura corrente.

Luciano D’Amico, esponente del Patto per l’Abruzzo, parla di “occasione persa” che condanna la Regione a restare indietro rispetto ad altre esperienze avanzate in Italia. Critiche arrivano anche da esponenti del centrodestra, come Maddalena Morgante (FdI), che rivendica la decisione come in linea con i valori del partito: i diritti inalienabili non sono per lei materia di legiferazione regionale.

L’esito segna una battuta d’arresto in Abruzzo, mentre a livello nazionale prosegue il dibattito aperto dalle sentenze della Corte Costituzionale, tra cui quella nota come Cappato‑Dj Fabo (242/2019), che ha stabilito il diritto per la persona già in condizioni specifiche di accedere all’assistenza al suicidio con responsabilità del Sistema sanitario nazionale.


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