Secondo il Pd, la Regione Abruzzo taglierà risorse su sanità, cultura e giovani per coprire deficit, in arrivo possibile aumento dell’Irpef regionale.
Il Partito Democratico abruzzese ha sollevato l’allarme: nel triennio 2025‑2027 la Regione sarebbe costretta a tagliare quasi 46 milioni ai settori strategici (cultura, formazione, turismo, ambiente, giovani) solo per tamponare il deficit sanitario 2024, a fronte di un totale di circa 157 milioni di risparmi previsti per la sanità.
Il capogruppo Pd Silvio Paolucci ha denunciato un presunto “lento dissanguamento” della comunità abruzzese, con pesanti riduzioni su ospedali, attività culturali (come il Teatro Marrucino e la Fondazione Michetti), agricoltura, politiche sociali e giovanili.
A tal proposito, l’opposizione teme anche una nuova stangata fiscale: dopo l’aumento già approvato dell’addizionale Irpef, il rischio di un incremento dell’aliquota è concreto, e potrebbe gravare ulteriormente sul ceto medio abruzzese.
La sostanza è emersa nella conferenza del Pd: «Per coprire il disavanzo, si comprimono risorse tra il 2025 e il 2028», ha sottolineato Paolucci, chiedendo un confronto urgente nelle commissioni regionali.
Dall’altra parte, l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì replica contestando le accuse: secondo lei, il deficit è frutto di errori delle gestioni precedenti, ma la Regione procede con rinnovamenti e digitalizzazione, e non tralascerebbe la sostenibilità dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Tuttavia, i numeri parlano chiaro: nel 2024 il buco sanitario superava i 113 milioni, coperti con 42,5 milioni derivanti dall’aumento dell’Irpef, a cui si sommano scaltri tagli da 157 milioni alla sanità e da 46 milioni ad altri comparti.
Anche il Movimento 5 Stelle aveva denunciato un deficit stimato intorno ai 200 milioni, con grave impatto su servizi essenziali, personale carente e liste d’attesa estese, paventando un possibile commissariamento.
In sintesi: un quadro di deficit strutturale, tagli ai settori vitali e rischio di ulteriori aumenti fiscali rischiano di compromettere servizi cruciali e qualità della vita in Abruzzo.