Il Partito Democratico accusa il centrodestra di svuotare servizi essenziali, la Regione replica: “Stiamo risolvendo guasti ereditati da anni di malgoverno”.
Sanità, cultura, agricoltura e giovani: l’Abruzzo fa i conti con tagli drammatici e uno scontro politico che si inasprisce.
La Regione Abruzzo è al centro di un acceso dibattito politico per il pesante deficit sanitario che grava sui conti pubblici. Secondo il Partito Democratico, il governo guidato da Marco Marsilio avrebbe avviato un’operazione di drastica riduzione delle risorse in settori strategici, arrivando a tagliare oltre 200 milioni di euro tra il 2025 e il 2027. Il risultato, accusano i dem, è un progressivo impoverimento della qualità dei servizi per i cittadini: dalla sanità alla formazione, dalla cultura all’agricoltura, passando per le politiche sociali e i fondi per il turismo.
Nel mirino delle critiche ci sono due delibere della giunta regionale — la DGR 307/2025 e la DGR 424/2025 — che, secondo l’opposizione, renderebbero evidenti i tagli. Tra le voci più colpite: il Teatro Marrucino di Chieti, con una riduzione del 70% dei contributi, e i risarcimenti agli agricoltori per i danni da fauna selvatica, scesi di circa il 60%. Anche i lavoratori dei servizi sanitari esternalizzati temono per il proprio futuro: si parla di riduzioni salariali fino a 11 milioni di euro.
Il Pd non esclude ulteriori aumenti fiscali, soprattutto sull’Irpef, e denuncia un “dissanguamento lento ma costante della comunità abruzzese”. Da qui la richiesta di un confronto immediato nelle Commissioni regionali, e non più solo tramite comunicati stampa.
Non si è fatta attendere la replica dell’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, che ha definito l’attacco del Pd “strumentale e privo di fondamento”. Secondo Verì, le criticità attuali sono il frutto di “anni di immobilismo del centrosinistra”, che avrebbe puntato soltanto a uscire formalmente dal commissariamento sanitario, ignorando i problemi strutturali. La Verì rivendica invece “importanti investimenti nel rinnovamento delle attrezzature sanitarie”, molte delle quali erano, secondo lei, obsolete da oltre vent’anni.
Inoltre, la Regione sottolinea di aver avviato una digitalizzazione dei servizi sanitari solo a partire dal 2020, portando innovazioni tecnologiche e maggiore accessibilità per i cittadini. “Non abbiamo mai nascosto le difficoltà,” conclude Verì, “ma la realtà non può essere raccontata come un disastro totale per ottenere consenso elettorale”.
Lo scontro si preannuncia acceso anche in vista del prossimo Consiglio regionale sul bilancio, previsto per i primi di agosto. In un clima politico già teso, le polemiche sulla gestione della sanità abruzzese rischiano di diventare un tema centrale della prossima stagione elettorale.