Abruzzo reddito giù, ma siamo i più ricchi nel meridione

Tracollo per elettronica e immobiliare, tiene l'alimentare

20 Gennaio 2014   11:04  

Chieti è la città più spendacciona d'Abruzzo in un mercato in forte crisi che contrae il reddito pro capite complessivo e medio dell'1,9€ facendolo arrivare a 14.992€.

In un rapporto di Findomestic lo spaccato economico dell'anno appena trascorso in Abruzzo che rende evidenti le difficoltà della crisi dei consumi e della vita anche nella nostra regione.

Un Abruzzo che se si guarda al nord è fanalino di coda, ma che rivolgendo lo sguardo al meridione spicca come "treno" della tenuta sul mercato.

Gli ambiti in cui si fa più fatica sono quelli dei beni non di prima necessità con l'elettronica che subisce uno stop superiore a 1/3, ma anche il mercato immobiliare e quello dell'automotive si arrestano bruscamente.

Chieti è sempre la città dove si spende di più seguita da Teramo e poi da Pescara, infine quasi sempre la più "parsimoniosa" è L'Aquila.

Intanto se la compravendita "ufficiale" stenta si fa sempre più importante il mercato dell'usato e della permuta.

Su questo fronte è sempre più facile imbattersi in mercatini che vendono di tutto e non è più una questione di svuotare le cantine o gli armadi. La gente cerca di raccimolare guadagno per tirare avanti.

Da questo si spiega il fenomeno dei compro oro, sempre più numerosi.

Anche qui lo scambio di moneta è in calo e si sta tornando alla permuta, del tipo io ho uno stereo che non mi serve, ma serve a te e tu hai una tv che non ti serve ma serve a me, lo scambiamo alla pari o magari integrandolo con una piccola somma in contanti o con altro materiale.

Si scambia di tutto dai telefonini alle case ed è proprio quest'ultimo uno dei settori, insieme alle auto e moto, più prolifici della permuta.

Immobili scambiati anche solo per le ferie estive o invernali, auto e moto in permuta per altri beni omologhi.

Insomma il denaro non è più elemento esclusivo per l'acquisto con buona pace dei tanti provvedimenti del Governo in materia fiscale e finanziaria.

I DATI NEL DETTAGLIO

Nel 2013 il reddito pro capite in Abruzzo ha subito una contrazione (14.992 €, -1,9% rispetto al 2012), ma si conferma il più elevato, insieme a quello del Molise, tra quelli del Mezzogiorno.
Chieti è la provincia più ricca con 15.910 € di reddito pro capite.
La riduzione della spesa per l'elettronica di consumo è stato il valore che ha pesato di più (-38,9%), valore che l’anno scorso aveva invece beneficiato dello switch off della tv analogica.
Le vendite di auto nuove hanno subito un calo del 7,2%, così come il mercato delle auto usate e dei motoveicoli che hanno registrato una contrazione rispettivamente del 3,9% e del 25,2%.
La spesa per i mobili rappresenta un terzo della spesa complessiva e risulta in calo del 8% rispetto all'anno precedente.

Questi sono i principali risultati della ventesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Abruzzo, presentato oggi a Roma presso l’Hotel St. Regis.

Nel 2013, dopo l’ampia contrazione registrata nel 2012, il PIL abruzzese ha rallentato il ritmo di caduta pur continuando a contrarsi (-1,9%). Il calo che ha interessato la regione è stato più ampio solo di quello registrato in Puglia e in Sardegna anche se l’Abruzzo resta ai primi posti rispetto alle altre regioni meridionali con un reddito pro capite pari a 14.992 euro, valore che nel Mezzogiorno è inferiore solo ai 15.085 euro del Molise. A livello provinciale la flessione è stata più intensa a L’Aquila (-2,6%) e meno a Pescara e Chieti (-1,5%).
Nel 2013 le famiglie abruzzesi hanno speso in media 1.725 euro per beni durevoli, 216 euro in meno rispetto alla media nazionale.

I settori di spesa

Auto e moto – Nel 2013 hanno continuato a ridursi gli acquisti di motoveicoli e di auto nuove ed usate. Per l’acquisto di autovetture nuove le famiglie abruzzesi nel 2013 hanno speso 245 milioni € (-6,2% rispetto al 2012, per una spesa media per famiglia di 438 €), mentre per l’acquisto di auto usate sono stati spesi 239 milioni € (-2,8% rispetto al 2012). Per moto e scooter invece la spesa si è attestata a 21 milioni, con una contrazione del 24,3% rispetto all’anno precedente.

Mobili – In calo l'acquisto di mobili per la casa (-7% rispetto al 2012) con una spesa per famiglia pari a 514 € rispetto ai 535 € spesi in media dalle famiglie italiane. Nel 2013 la spesa complessiva è risultata pari a 287 milioni di € rispetto ai 309 milioni € dell'anno precedente.

Elettrodomestici – Si riduce, in maniera più significativa rispetto al dato nazionale, la spesa destinata agli elettrodomestici grandi e piccoli (-3,9% rispetto al 2012; -0,5% in Italia) attestandosi a 78 milioni di €. Calo decisamente più rilevante rispetto al resto del Paese anche per il mercato dell'elettronica di consumo, che non beneficia più dello switch-off della tv analogica. La spesa delle famiglie abruzzesi ha infatti subito una contrazione del 38,2% rispetto al -22,5% del resto d’Italia.

Prodotti Informatici – Il settore dell’informatica registra invece una crescita dei consumi in linea con il resto d’Italia (+3,8% rispetto al +4% del totale Italia), con la spesa media per famiglia che risulta pari a 75 € a fronte di una media italiana di 86 €.

Le province


Nel 2013 Chieti (15.910 €, -1,5% sul 2012) e L’Aquila (15.060 €, -2,6%) sono state le province con il più alto reddito pro capite. Pescara e Teramo invece seguono con valori pari rispettivamente a 14.964 € (-1,5% sul 2012) e 13.795 € (-2%).

Per l’acquisto di mobili le famiglie abruzzesi nel 2013 hanno speso complessivamente 287 milioni €. I volumi maggiori di spesa sono stati registrati a Chieti (89 milioni €, -6,4% rispetto al 2012). Seguono a grande distanza Pescara (67 milioni, -7,3%) e Teramo e L’Aquila, entrambi con consumi pari a 66 milioni € e in calo del 7,3%.

La spesa per l’acquisto di autovetture nuove da parte delle famiglie residenti nella provincia di Chieti è stata quella che ha registrato il calo minore (-2,6% rispetto al 2012 con volumi pari a 68 milioni €). La contrazione più significativa invece è stata quella segnata da Teramo (-8,6% con volumi pari a 61 milioni). Meno marcato invece il calo del mercato delle auto usate, che segna una flessione complessiva del 2,8%. Anche in questo caso i consumi maggiori si sono registrati nella provincia di Chieti (72 milioni €), seguita da L’Aquila (62 milioni), Pescara (54 milioni) e Teramo (50 milioni). La flessione più pesante invece è stata quella del comparto moto: la provincia di Pescara, che guida la classifica con volumi pari al triplo rispetto all’ultimo posto de L’Aquila (3 milioni €; -21,9%), ha mostrato un calo del 18,8% con volumi pari a 7 milioni €. Teramo è la provincia che ha registrato la contrazione più significativa (-29,6% con volumi pari a 5 milioni).

I circa 78 milioni € dedicati all’acquisto di elettrodomestici grandi e piccoli in Abruzzo sono stati suddivisi tra i 24 milioni spesi in provincia di Chieti (che fa registrare una contrazione del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato) e i 18 milioni de L’Aquila (-3,8%), Teramo (-4,5%) e Pescara (-4,8%).

Per quanto riguarda l’acquisto di elettronica di consumo, si evidenziano considerevoli cali in tutte le provincie che non beneficiano più dello switch off della tv analogica avvenuto lo scorso anno. È sempre Chieti a mantenere la testa della classifica per volumi con un valore pari a 16 milioni € (-35,8% rispetto al 2012), seguita da Teramo, L’Aquila e Pescara con 12 milioni ma in calo rispettivamente del 37,9%, 38,8% e del 41% sul 2012).

Il comparto informatica è invece l’unico settore in crescita in tutte le province. Il rialzo più significativo è quello di Teramo (+4,9% con volumi per 10 milioni €), seguito da Chieti (+4,6%; 12 milioni), L’Aquila (+3,5%; 10 miliioni) e Pescara (+2,1%; 10 milioni).

Alcune tendenze che si riscontrano anche in Abruzzo

In Basilicata il refrein “Se potessi avere 1000 lire al mese” è diventato oggi “1.350 € al mese”. Infatti, sotto il profilo strettamente economico, anche gli abitanti di questa Regione giudicano dignitoso un reddito di almeno 1.359 € al mese per i single; di 1.876 € per la coppia senza figli; di 1.995 € per la coppia con figli. Sotto queste cifre (che rappresentano dei valori medi indicati) si è costretti ad operare rinunce che incidono fortemente sullo stile e sulla qualità della vita.
L’83% degli intervistati ha cambiato il proprio stile di vita riducendo le spese per viaggi, vacanze, ristoranti, pizzerie, abbigliamento calzature, generi alimentari, divertimento, svaghi e tempo libero.
All’interno di questo rimescolamento si sta affermando una categoria di pensiero costituita dai “visionari attivi”, con una concezione del futuro che non può non prescindere dalle azioni che si intraprendono subito sul fronte dei consumi e della produzione: entrambi devono essere sostenibili, grazie alla rinuncia al superfluo, al consumo compulsivo, alle produzioni impattanti; meglio quindi consumare o produrre qualche cosa in meno, ma che abbia un impatto ecosostenibile. Un tassello importante di questa visione è il principio che per risolvere i problemi occorra agire in proprio.
Cosa possiamo fare oggi per influenzare positivamente il nostro futuro? Secondo la maggioranza degli abitanti della Regione occorre che ci sia più equità, intesa come ripartizione della ricchezza, tutela dei più deboli e delle aziende in difficoltà. Segue una maggiore istruzione interpretata anche come più ricerca e sviluppo. In questo contesto l’innovazione, secondo la maggioranza, dovrà diventare un’importante risorsa collettiva.

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