Abuso d'ufficio, condannato l'ex presidente dell'Aret Giulio Petrilli

08 Giugno 2012   10:52  

Un contratto di collaborazione da 39 mila euro affidato a  Venanzio Gizzi per ricoprire il ruolo di direttore dell'Aret, anche in presenza di una grave situazione economica. Per questo motivo i giudici del tribunale dell'Aquila Giuseppe Grieco Carla Ciofani Italo Radoccia hanno condannato a otto mesi l'ex presidente del cda dell'Aret, l'agenzia regionale per l'edilizia territoriale, Giuli Petrilli con l'accusa di abuso d'ufficio.

La vicenda risale al 2010. Nel mirino della magistratura sono finiti anche le stabilizzazioni di cinque dipendenti dell'Aret, il cui contratto è passato da tempo determinato a indeterminato.

 La reazione di Giulio Petrilli: ''Condanna ingiusta, farò ricorso''

"Una condanna totalmente ingiusta quella comminata ieri dal Tribunale dell'Aquila nei miei confronti, contro la quale faro' ricorso in appello. Condannato ad otto mesi di carcere per aver fatto fino in fondo il mio dovere quando ero Presidente dell'Aret". E' quanto afferma, in una nota, l'ex presidente Giulio Petrilli.

"L'accusa e la condanna - afferma - e' quella di aver trasformato dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, di cinque giovani dipendenti, in prevalenza ingegneri, proposti con le migliori referenze dal dipartimento di ingegneria e architettura edile dell'universita' dell'Aquila. Le retribuzioni di questi giovani professionisti era di 1050 euro mensili. Ho invertito la tendenza, che voleva negli Enti regionali l'affidamento di incarichi milionari, sostituendo il tutto con una piccola pianta organica, economica ed efficace.

La seconda vicenda per la quale sono stato condannato - prosegue Petrilli - e' quella di aver stipulato (decisione collegiale di tutto il consiglio di amministrazione), un contratto al direttore, che passasse da 110mila euro annui a 39mila euro annui. Un terzo rispetto ai minimi contrattuali. Incredibile ma vero, condannato per aver fatto risparmiare tanti soldi ad un ente pubblico.

Da premettere - precisa l'ex presidente - che la figura del direttore e' obbligatoria per gli enti regionali e quindi non potevamo esimerci dal farlo, stipulando un contratto, molto conveniente per l'Ente con una figura di rilievo nazionale nel settore. In Italia non c'e' nessun ente pubblico comunale, provinciale, regionale, nazionale, che retribuisse un direttore, con l'importo da noi stabilito.

Ho abbattuto i costi di un'ente, ho affermato il diritto costituzionale al lavoro stabile e non precario e sono stato condannato. Dulcis in fundo - conclude Petrilli - l'esposto contro di me fu presentato da Massimo Verrecchia, allora commissario Aret, ma anche responsabile provinciale del Pdl"


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