Accademia dell'Immagine, il tramonto di un ente glorioso?

14 Aprile 2010   12:50  

Riceviamo da un dipendente dell'Accademia dell'Immagine dell'Aquila e pubblichiamo.

I successi dell’Accademia dell’Immagine, dalla fondazione fino al 6 aprile 2009 sono sicuramente
ed indiscutibilmente da attribuire al fondatore Gabriele Lucci e ad Anna Maria Ximenes.
Grazie alla loro determinazione e alla costruzione minuziosa di tutto il progetto nato dal Festival
“Una città in cinema” e alla condivisione di uno stuolo di professionisti del cinema italiano e internazionale: da Luciano Tovoli, a Vittorio Storaro, Roberto Perpignani, Franco Lazzaretti,
Claudio Di Mauro, Marco Incagnoli, Paolo Carnera, Stephen Natanson, Piero Trupia, Aldo
Benedetti, Roberto Schiavone, Luigi Di Gianni, Antonella Grassi, Filippo Tantillo,. A questi nomi
dovrei aggiungerne tanti altri validissimi professionisti che hanno saputo comunicare il loro sapere
ai tanti studenti che in 15 anni si sono iscritti trovando poi lavoro.
Ci sarebbe un’altra componente importante che non vorrei si dimenticasse, i dipendenti
dell’Accademia dell’Immagine che nei vari ruoli hanno contribuito alla riuscita dell’originale
progetto. Nonostante tutto però hanno subito prima la mancanza di fondi negati alla cultura da parte
della giunta Del Turco, 10 mesi senza stipendio. Poi sono spuntati parecchi milioni di euro di debiti;
non si pagavano i contributi per i dipendenti, non si pagavano i fornitori, non si pagavano le tasse, il
TFR dei dipendenti non esisteva più, non si pagavano le spettanze dei docenti. Oggi siamo in cassa
integrazione e non sappiamo che fine faremo. Come mai è successo tutto questo? A chi le
responsabilità di una gestione politica e amministrativa così scellerata? Oggi vogliamo azzerare
tutto? Fino a questo momento nessuno ha chiarito di chi sono le responsabilità. Nessuno ha chiarito
perché tanti debiti senza che nessuno se ne fosse accorto. E’ grave non pagare i contributi dei
dipendenti, è grave attingere sui fondi TFR dei dipendenti, è grave non pagare per 10 mesi gli
stipendi di quei dipendenti che avevano dato tutto e tanto per quel posto di lavoro, è grave che siano
i dipendenti a pagare. Forse è il terremoto il responsabile di tutto?

Lettera firmata


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