Accord Phoenix, arriva a L’Aquila il proprietario indiano: “Non siamo qui per prendere soldi"

19 Febbraio 2014   10:07  

E’ arrivato in fretta e furia ieri dopo pranzo il magnate indiano (ma cittadino inglese) Ravi Shankar, proprietario dell’Accord Phoenix che nella sede di Confindustria ha voluto fugare dubbi che si stanno insinuando in città.

“Ogni giorno usciranno dalla fabbrica nove Tir di materiale riciclato” ha detto in conferenza, e poi “Non siamo qui per prendere fondi pubblici e drenarli in altri lidi”.

Insieme a lui anche il consigliere delegato della società (che per il 76% è dell’indiano .ndr) Francesco Baldarelli che è cauto sulle assunzioni: “Saranno 132 e non arriveranno prima di settembre, daremo priorità agli operai in mobilità o cassa integrazione”.

I primi 72 assunti arriveranno subito, per gli ulteriori 60 si dovrà aspettare almeno un anno per l’attivazione della seconda linea.

L’obiettivo è attivare un impianto innovativo in Europa, in grado di recuperare i materiali elettronici da plastica e metalli (cavi, monitor, computer, televisori, cellulari), con un processo di lavorazione brevettato e utilizzando una struttura interamente meccanica, senza emissioni termiche o chimiche. Una linea produttiva, alla quale lavoreranno 60 persone, riempirà 9 tir al giorno, ciascuno con 20 tonnellate di materiali, di cui 8 partendo dall’ex sito Italtel saranno diretti al porto di Pescara, per essere imbarcati verso varie destinazioni, tra Cina e Arabia Saudita. 

Shankar chiude la conferenza smentendo le voci che la società sia cipriota: “Il 76% della società è mio” - dice - “e il mio investimento è monitorato dal ministero e da Invitalia e poi dalle banche. Esiste una società a Cipro, di cui sono l’amministratore, ma non c’entra con l’Accord Phoenix, sono miei affari personali”.


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