Aggressione a D'Alfonso, per il Sindaco Ranalli Solo una "Pulcinellata" del Governatore

12 Aprile 2015   20:47  

E' stata una Pulcinellata. Venire a Sulmona in quel modo, senza rispetto delle istituzioni è stato sbagliato e avventato. Un comportamento che va condannato come vanno condannati gli atteggiamenti di violenza messi in atto da alcuni componenti del comitato contro la chiusura del punto nascita di Sulmona". Dopo gli insulti e le spinte di Sulmona, per il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, arrivano anche le bacchettate del sindaco, Giuseppe Ranalli. Per il sindaco, soprattutto alla luce della protesta da parte dei cittadini che c'era stata giovedì scorso nel corso del consiglio regionale dove la maggioranza è andata sotto proprio sui punti nascita, il governatore e commissario regionale alla Sanità, doveva venire a Sulmona in maniera istituzionale portando delle proposte concrete. "Noi in Comune non sapevamo nulla - prosegue il primo cittadino - e sfidare in quel modo la folla, ribadendo che il punto nascita sarà chiuso, è stato molto pericoloso. Noi, però, non molliamo e lotteremo fino alla fine perché il punto nascita di Sulmona sia salvato così come il nostro ospedale". Il sindaco Ranalli ha quindi, annunciato che chiederà al direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri, il rispetto dell'accordo di programma sottoscritto alcuni mesi fa, che prevede la realizzazione del nuovo blocco operatorio tra cui la sala parto, per una spesa di 10 milioni di euro e la realizzazione del nuovo blocco ospedaliero i cui lavori sono già iniziati. "Come Comune abbiamo investito delle consistenti risorse economiche tra espropri e opere di urbanizzazione", conclude Ranalli, "e se non sarà rispettato il programma sottoscritto, invieremo tutta la documentazione alla Corte dei Conti".

SABATO IL GOVERNATORE CONTESTATO DURAMENTE

Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, ha evitato il peggio, grazie al pronto intervento dei carabinieri e della polizia, dopo essere stato affrontato da alcuni manifestanti che protestavano a Sulmona contro la chiusura del punto nascita dell'ospedale cittadino. Il fatto è accaduto all'interno dell'aula consiliare del Comune di Sulmona, dove D'Alfonso era arrivato per spiegare le motivazioni del decreto che prevede la soppressione di quattro punti nascita.

D'Alfonso era arrivato a Sulmona per prendere parte a un convegno sulla statua di Ovidio, organizzato dall'associazione 'Ares'. Già al suo arrivo ha trovato ad attenderlo un centinaio di manifestanti che lo hanno subito assediato tra contestazioni e domande sulle sorti del punto nascita sulmonese. Il presidente della Regione non ha voluto parlare, acconsentendo però alla richiesta di un incontro nell'aula consiliare del Comune, occupata da due settimane dal Comitato civico per la salvaguardia del punto nascita. Tutti i manifestanti presenti si sono precipitati nella residenza municipale, affollandola, dove il governatore è arrivato più tardi, richiedendo la presenza del sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli - al posto del quale è arrivato invece il vicesindaco Luisa Taglieri - e specificando di essere presente non in veste istituzionale. Dopo i vari interventi, D'Alfonso ha spiegato che la decisione di chiusura dei quattro punti nascita abruzzesi era stata adottata esclusivamente per aderire alle richieste avanzate dal Ministero della Salute per uscire dal commissariamento. Ha quindi chiuso il discorso, promettendo che sarebbe tornato a Sulmona con un consiglio regionale per discutere del problema. "non mi spavento della folla, perché è un pezzo di democrazia" ha detto D'Alfonso alla folla che lo pressava. "Mettiamoci al lavoro con la giunta comunale - ha aggiunto - e concordiamo un piano di investimenti. Il risultato vostro è un impegno mio". Nemmeno il tempo di concludere il discorso ed avviarsi verso l'uscita sono cominciati i fischi e in pochi istanti è scattata la contestazione: a quel punto i manifestanti hanno assediato e circondato il presidente, affrontandolo fisicamente mentre tentava di uscire dall'aula consiliare. Ad evitare il peggio è stato l'intervento dei rappresentanti delle forze dell'ordine che hanno creato un cordone protettivo intorno al governatore, accompagnandolo fino all'uscita del Comune, tra le urla dei manifestanti inviperiti, attraverso un accesso secondario; da lì D'Alfonso ha poi raggiunto l'auto di servizio che lo ha accompagnato via dalla città. 


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