Agricoltori custodi di biodiversità alimentare: al via il proget

02 Novembre 2007   15:35  
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con il proprio contributo finanziario, insieme a quello del Gal ARCA Abruzzo e dell’ARSSA, Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo, promuove il progetto “Cerere”, finalizzato al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione delle antiche varietà colturali locali. Il progetto, per la cui cruciale importanza l’Ente ha programmato un fitto calendario di incontri divulgativi, sarà presentato ufficialmente giovedì 8 novembre alle ore 17.00, nell’ex Convento di San Colombo di Barisciano, presso il Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino. Il progetto, così definito dal nome della divinità romana e italica protettrice delle messi, prevede l’individuazione e la salvaguardia del germoplasma autoctono di antiche varietà cerealicole, orticole, leguminose e frutticole del versante aquilano del Parco, ovvero del territorio ricadente nei comuni de L’Aquila, Barete, Barisciano, Cagnano, Calascio, Campotosto, Capestrano, Capitignano, Carapelle, Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio, Montereale, Ofena, Pizzoli, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia, e la creazione di una rete di “Agricoltori custodi” del patrimonio recuperato, che viene dunque sperimentalmente realizzata nell’area aquilana del Parco, con l’obiettivo di ampliarla in futuro in tutta l’area protetta. Per il loro ingresso nella rete, gli agricoltori riceveranno incentivi economici nonché assistenza e supporto tecnico da parte dell’ARSSA e dello stesso Ente Parco. Dal canto loro, essi dovranno impegnarsi a custodire e tramandare i semi assegnati loro dal Parco, a coltivarli, scambiarli e a conservarne una quantità sufficiente per la stagione successiva. «Il progetto “Cerere” – dichiara il Commissario dell’Ente, Stefano Allavena – permette al Parco di realizzare una delle sue principali finalità istituzionali, ovvero quella della tutela della biodiversità agricola. L’auspicio è che, attraverso il progetto, si possa ulteriormente rafforzare lo spirito di collaborazione tra gli agricoltori dell’area protetta ed il Parco, a garanzia della biodiversità, nell’interesse collettivo e per il futuro delle nuove generazioni». L’Ente Parco provvederà a redigere un catalogo delle varietà locali recuperate, ed alla conservazione e coltivazione dei semi presso il proprio Centro di Ricerche Floristiche dell’Appennino di Barisciano. Sarà impegno dell’A.R.S.S.A. conservare le varietà recuperate presso la Banca del Germoplasma di Sulmona allo scopo di incrementare, attraverso le piante derivate dalle antiche cultivar, il campo - vetrina della biodiversità agraria abruzzese. La foto è di Walter Lo Cascio

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