Agroalimentare in salute ma occorre fare "rete" per export

20 Novembre 2013   18:48  

Formaggi, pasta, produzioni dolciarie e ortofrutticole: l'Italia centro meridionale e' un giacimento di eccellenze agro-alimentari dall'elevata qualita' di prodotto e di processo produttivo. Nonostante questo, e' difficile che tali produzioni trovino significativi sbocchi commerciali all'estero, mancando sovente di massa critica, di canali distributivi e di adeguate politiche di marketing tali da permettere che cio' avvenga. Di questi scenari, di internazionalizzazione, di case history di successo e soprattutto dell'importanza di fare "rete" fra imprese e tra le imprese e il resto del mondo si e' discusso oggi pomeriggio nel corso di un forum a Pescara promosso da UniCredit al quale hanno preso parte Daniele Becci, presidente Centro estero Camere di Commercio d'Abruzzo, Mario Fiumara, responsabile public sector and Territorial development per il Centro di UniCredit, Fabio Montuori, responsabile sectorial insight & supply chain UniCredit, Cristiana Colli, ricercatrice Aaster, Giangiacomo Ibba, presidente Crai, Giuseppe Sacco, export director pastificio "La Molisana", ed Enrico Marramiero, amministratore unico dell'azienda Marramiero Srl. In Abruzzo l'export dei prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca hanno raggiunto nel 2012 quota 54,7 milioni, registrando un incremento di circa 6 milioni rispetto all'anno precedente. Le esportazioni dei prodotti alimentari sono invece pari a 430 milioni di euro, in linea con i risultati ottenuti nel 2011. Nel dettaglio, l'export dei prodotti alimentari e' composto per il 28% (119 milioni) dalla pasta contro un valore nazionale dell' 8%, per il 25% (108 milioni) dal vino a fronte del 24% italiano, per il 47% (203 milioni) dagli altri prodotti alimentari, valore inferiore al 68% nazionale. In Molise il valore delle merci esportate dalle industrie alimentari e' aumentato nel 2012, rispetto al 2011, di circa il 20% con un saldo positivo (circa 20 milioni di euro). Tra il 2010 e il 2012 il peso percentuale delle esportazioni di prodotti agroalimentari sul valore totale delle esportazioni e' passato dal 10 al 16,5% - sia pure nel quadro di una diminuzione del valore totale delle merci esportate - laddove era il 7,5% ancora nel 2000. Si tratta tuttavia di volumi e valori relativamente contenuti. Per vincere la sfida dell'export, le aziende del Centro Italia devono intraprendere un processo fondamentale per qualificare e consolidare il settore agroalimentare: la parola chiave per tentare il salto di qualita' e' rete. Fare rete in ambito di commercializzazione e di distribuzione per sopperire alla debolezza della sottocapitalizzazione e per provare a costruire un'offerta integrata per i mercati extra-continentali con marchi collettivi, interregionali e intersettoriali. Allo stesso modo la rete internet puo' essere la via per abbattere ulteriormente i costi fissi della commercializzazione. I motivi di questo ritardo - e' stato spiegato - sono da attribuire in primo luogo allo sviluppo inadeguato della filiera distributiva. Le imprese alimentari del centro e del sud, rispetto al nord Italia, soffrono infatti dell'incompletezza delle loro filiere produttive, piu' orientate alla produzione, che alla commercializzazione e alla distribuzione su larga scala. Altro problema e' quello relativo alla certificazione e alla tutela della specificita' e della qualita' del Made in regionale. Ogni anno il mercato italiano perde 60 miliardi a causa della contraffazione di prodotti alimentari, fenomeno che colpisce particolarmente le produzioni che non si appoggiano a marchi riconoscibili e a canali distributivi in grado di tutelarli da falsificazioni. Vi e' infine, un problema di sottocapitalizzazione e sottodimensionamento delle imprese, che anche in questo caso colpisce prevalentemente le imprese del centro e del sud del Paese. Basti pensare che, relativamente al comparto agroindustriale, le piccolissime imprese del centro e del sud (da 1-9 addetti) sono oltre il 93%, laddove la media nazionale si ferma all'86%. In molti casi, pertanto, manca la dimensione ottima minima per provare a portare avanti strategie di internazionalizzazione. Fenomeno ben illustrato dai dati relativi all'Italia, soprattutto se paragonati al peso economico dell'agricoltura e dell'industria della trasformazione del centro sud. Nel nostro Paese le esportazioni di cibi e bevande italiani nei Paesi extra Ue nei primi cinque mesi del 2013 sono cresciute dell'11,6%, arrivando a coprire quasi un terzo del fatturato complessivo dell'export italiano. In Cina, ad esempio, nei primi sei mesi del 2013 l'export del Made in Italy alimentare fresco e' cresciuto del 65,3% e del 22,9% per quello trasformato (vino, pasta, olio, formaggi). Le aziende italiane riescono a presidiare con successo i mercati esteri ad alta remunerabilita' ma, dall'analisi dei dati, si nota come queste imprese sono realta' di medie - se non grandi - dimensioni ubicate nel nord del Paese.Delle 58.000 imprese attive nell'industria alimentare italiana, quelle del nord occupano il 70% dei 441.000 addetti complessivi (il 10% sul totale dell'industria), e producono il 77% del valore aggiunto. "In uno scenario come quello col quale devono confrontarsi oggi le aziende abruzzesi e di tutto il centro italia - ha commentato Mario Fiumara, responsabile public Sectror and territorial development per il Centro di UniCredit - l'internazionalizzazione costituisce un canale fondamentale per ampliare i mercati di sbocco delle nostre produzioni e promuovere le eccellenze locali. I nostri prodotti regionali sono molto apprezzati all'estero ma la qualita' non basta per competere su questi mercati. E' necessario puntare su innovazione, distribuzione, marketing, capacita' di fare rete, certificazioni. I nostri dati - ha aggiunto - testimoniano che gli imprenditori del centro sono pronti ad affrontare queste sfide e a compiere il definitivo salto di qualita' e il nostro Gruppo sta lavorando per essere al loro fianco. Nell'ultimo anno abbiamo accompagnato all'estero o abbiamo contribuito a fare incrementare significativamente i flussi di esportazione di oltre 900 aziende dei nostri territori" "I prodotti agroalimentari abruzzesi sono di ottima qualita' e molto competitivi sui mercati internazionali. - ha dichiarato Daniele Becci -. Le esportazioni del settore sono in costante aumento e non hanno risentito, se non minimamente, degli effetti della crisi finanziaria. La giornata di oggi contribuisce a fornire alle aziende esportatrici conoscenze, strumenti ed opportunita' che le aiutino a rafforzare la loro presenza sui mercati internazionali". Sempre a Pescara, domani UniCredit, in collaborazione con il Centro Estero delle Camere di Commercio d'Abruzzo e DHL Express Italy, ha organizzato una giornata B2B dedicata ai settori Wine & Food di Abruzzo, Lazio e Molise presso il Padiglione espositivo Ex Cofa del Porto Turistico di Pescara. Il progetto e' finalizzato a dare ulteriore impulso a un settore, come quello agroalimentare del centro Italia promuovendone la conoscenza all'estero e supportando le imprese che desiderano potenziare il proprio flusso di esportazione verso i mercati dell'Europa Centro Orientale, in particolar modo verso Russia e Polonia e Asia. Nella giornata di domani, le imprese aderenti all'iniziativa, circa 80 realta' imprenditoriali provenienti da tutto il centro Italia, incontreranno 25 buyer provenienti da Russia (6), Polonia (6), Germania (5), Svizzera (1), Cina (2), Vietnam (2), Sud Korea (1), Singapore (1) e Taiwan (1). Negli incontri "Business to Business" le aziende del settore agroalimentare avranno la possibilita' di prendere contatto diretto con gli attori di mercati "giovani" e ricchi di potenzialita'. I settori interessati al B2B sono vino, olio e prodotti dolciari.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore