Al Teatro Zeta va in scena "Obsexion, una come lei": un quadro onirico tra alcool e sesso

02 Maggio 2011   13:19  

Debutterà martedì 03 maggio 2011 alle ore 21:00, presso il Teatro Zeta di L’Aquila, lo spettacolo "Obsextion, una come lei", interpretato dall’attrice abruzzese Emanuela Valiante e diretto da Manuele Morgese (direttore artistico del Teatro Zeta). Una replica è già stata organizzata per la sera seguente, mercoledì 04 maggio. L’autore del testo, Andrea Dellera, afferma che lo spettacolo "è una dichiarazione d’amore. Un amore a prima vista per AnneSexton. La Sexton si racconta da sola, non c’è bisogno di inventarsi nulla. C’è invece la necessità di filtrare e sintetizzare, per rispettare i tempi teatrali, quella che è stata una vita vissuta come un poema epico, in cui la donna eroe decide di avventurarsi, sola, nell’universo poetico alla ricerca della salvezza. Obsextion è un racconto per adulti senza lieto fine, in cui le parole – tante – “impilate l’una sull’altra, con il loro peso” diventano confessione, richiamate da una mente in cui l’immaginario e il ricordo si alternano e si intrecciano nel tentativo di smascherare una dolorosa realtà."

La vita della Sexton è una continua fuga dai legacci del conformismo che la portano a scivolare negli abissi attraverso l'uso di farmaci e alcool. Un percorso di ostacoli, la sua vita, mai rischiarata nemmeno dalle due gravidanze. Conformista la famiglia di origine, ancora di più suo marito. E parallelamente all'autodistruzione Anne salva, nell'eternità, la sua vita, attraverso la poesia, dura, scabrosa, drammatica, che la porta fino al Pulitzer, ma non la slava nella quotidianità . Anne Sexton la farà finita a soli 46 anni.

La pièce in scena al Teatro Zeta, consigliata solo ad un pubblico maggiorenne, chiuderà la stagione teatrale “L.E.T. – Liberi Esperimenti Teatrali” del teatro aquilano.

Manuele Morgese firma la regia, non nuovo a temi di forte impatto e  in particolare a quelli legati alla sfera della sessualità, vissuta come luogo di espressione massima dell'io e del disagio mentale, il luogo potente e oscuro dove il dolore può farsi dramma o liberazione, incubo e sogno.

La forte e conturbante sessualità e carnalità della Sexton viene filtrata dalla sua poesia che canta in scena con la carne dell'attrice. Ne deriva un quadro che si muove tra onirico e psicotico tra alcol e sesso. La sua storia ha la forza autentica del vivere e del morire, per questo è teatrale.

 L'idea dello spettacolo è stata di Andreina Sabatini che, oltre a sostenere l'operazione artistica, ne è stata anche la musa ispiratrice. "Obsextion, una come lei" è una libera interpretazione della vita di Anne Sexton.
Vengono raccontati gli ultimi di anni di vita della poetessa americana e, soprattutto, lo spettacolo è incentrato sulle poesie erotiche da lei scritte.Anne Sexton è stata l’icona della poesia “confessionale” assieme a Sylvia Plath (con cui si vociferava avesse avuto una relazione sessuale), contribuendo allo sviluppo di questo genere poetico iniziato da Robert Lowell e W. D. Snodgrass.

ANNE SEXTON
Anne Sexton è una donna vissuta sempre all'orlo del baratro, nel quale è finita prestissimo a soli 46 anni. LA sua poesia è l'espressione del suo disagio, è la sua terapia, nella quale emerge tutta la sua esuberanza di vita che si tradusse già nei primi anni di vita in un disagio profondo nei confronti della borghesia, quella della sua famiglia, espressa in regole di conformismo che Anne non accettò mai. Per sfuggire scelse la strada dell'autodistruzione.

All'anagrafe, nata nel 1928 a Newton, è Anne Gray Harvey. Sexton è il nome che le deriverà dal matrimonio con Alfred Muller Sexton con il quale fugge all'età di 19 anni. Sexton era un uomo “normale” tranquillo, che avrebbe voluto una vita “normale” serena, che certo non gli toccò in sorte sposande Anne. Lui un ricco commerciante che teneva alla buoan educazione, anche di sua moglie. E' il 1953 quando Anne dà alla luce la primogenita, Linda, e il suo equilibrio fragile si spezza per precipitare in uan depressione post partum con cadute ricorrenti.E' il 1955 l'anno della nascita della secondogenita Joy, un nome significativo, ma per Anne non fu affatto gioia, ma nuovamente depressione.

Tra il primo e il secondo parto Anne fu ripetutamente ricoverata in ospedale per il suo stato psichico, fragile e spesso alterato. Anne era talmente provata psicologicamente che a soli 28 anni, anzi proprio nel giorno del suo compleanno, tenta di farla finita ingerendo un tubetto di barbiturici. Nell'infanzia di Anne ci sono le tracce della sua instabilità. Suo padre, proprietario di un cotonificio, benché uomo di pubblica virtù, era pesantemente dedito al vizio dell'alcool.La stessa Anne ben presto cerca di uscire, a fatica, dal bigotto conformismo della “buona” borghesia.
Ma la strada percorsa per uscire da quella dimensione è quelal degli psicofarmaci e dell'alcolismo, che dopo i parti la sprofondavano nella depressione. Ma il tentativo di suicidio le aprì un nuovo mondo.

Al Westwood Lodge, durante una seduta di psicanalisi, Anne rivelò di sentirsi moglie e madre inadeguata, confidò che le erano indispensabili stimoli sessuali sempre nuovi, che l’unico modo per sentirsi viva e realizzata era di rendere gli uomini sessualmente potenti e soddisfatti. Il suggerimento del medico fu di incanalare e sublimare le sue pulsioni attraverso la scrittura. Attraverso la poetry-therapy Anne scoprì la sua vena di scrittrice. Scrisse molto, gli anni ’60 furono un crescendo di pubblicazioni e successi fino al premio Pulitzer per la raccolta Live or die. Le sue poesie sono colme di temi scabrosi come aborto, alcool, droga, libertà sessuale, pulsioni di morte.Scrisse di temi tabù: mestruazioni, aborto, masturbazione e adulterio, ha preceduto la libertà dei costumi sessantottina e ha ridefinito i confini della poesia,  dando il suo apporto al riconoscimento dei diritti femminili.

Era una poetessa estroversa, che si prodigò in letture pubbliche, facendolo quasi da rockstar maledetta con molto anticipo sulle poetesse del rock come Patti Smith: raggiungeva il pubblico in ritardo, indossava vistosi abiti rossi e tacchi a spillo, si muoveva barcollando già sbronza. Il suo disturbo bipolare tornò presto più grave e nel 1974, il 4 di ottobre, da poco divorziata, Anne Sexton si uccise nel garage con i fumi di scarico che impregnavano l’abitacolo della sua automobile. Aveva 46 anni.

Barbara Bologna


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