Alessandro Aronadio:"Il mio film?Tante domande senza risposta"

Speciale Cineramnia

28 Luglio 2010   09:42  

Il maltempo di ieri ne ha impedito la proiezione all'aperto ma "Due vite per caso" è riuscito comunque a farsi apprezzare da un discreto numero di irriducibili cinefili che, nonostante tutto, si è accomodato sulle poltrone del Cinema Smeraldo. L'opera prima di Alessandro Aronadio è coraggiosissima nell' affrontare più temi dalla forte connotazione sociale e politica, ponendo tante domande senza dare alcuna risposta definitiva.


Anche in questo caso, realizzare questo progetto non è stato affatto facile: "Quando ho iniziato scrivere la sceneggiatura, c'era ancora Sandro Pertini Presidente della Repubblica!!. Per fare un lungometraggio in Italia occorrono tanta tenacia ed una propensione molto forte al sacrificio, altrimenti non vai da nessuna parte. L'idea iniziale me l'ha data un racconto di Marco Bosonetto, 'Morte di un diciottenne perplesso', con cui ho scritto il film. L'ho letto praticamente per caso e me ne sono immediatamente innamorato.".


Inizialmente il titolo scelto era "Aspettando Godard", come il nome di un locale frequentato dal protagonista, ma poi si è optato per "Due vite per caso": "Il primo nome riassumeva molto bene il concetto espresso in questa mia fatica, in quanto richiamava non solo 'Aspettando Godot', metafora dell'attesa vana di Matteo per poter entrare nel mondo adulto, ma anche la rivoluzione (Godard) cui egli aspira senza mai riuscire a metterla in pratica.".


Il regista si è poi soffermato sulle differenze tra Italia e Usa, dove ha avuto l'opportunità di apprendere la materia cinematografica: "Sono arrivato negli States grazie ad una borsa di studio, e lì ho vissuto un'esperienza fantastica. Hollywood è un'industria vera e propria. Ogni dettaglio è fondamentale e poi c'è un giro di soldi impressionante. Il vero limite è che non ti puoi inventare nulla, le idee sono soffocate dalle regole di mercato.".


Aronadio ha raccolto una grande esperienza sul set, facendo da aiuto regista ad autori importanti come Giuseppe Tornatore, Ciprì e Maresco senza dimenticare Roberta Torre e Luc Besson: "Vengo da una famiglia che non ha nulla a che vedere con questo ambiente, ed ho cominciato a frequentare il mondo dei registi portando caffè, poi ho avuto l'opportunità di fare l'assistente fino ad arrivare all'aiuto regia. Ora sono qui a presentare un mio film e pensando alla fatica che ho fatto ancora oggi mi capita di chiedermi se ne sia valsa la pena. E la risposta è sempre si.".

 

Francesco Balzano


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