All'Osservatorio Balcani e Caucaso il premio Antonio Russo

18 Ottobre 2010   14:04  

Antonio Russo era un giornalista indipendente nato nel 1960 e la sua vita è stata spezzata 10 anni fa, il 16 ottobre, a  Tblisi (Georgia).

Da lì seguiva la vicenda cecena e in particolare indagava sull'uso di armi improprie da parte dei russi in quel territorio. Unici i suoi collegamenti, sconvolgenti i suoi reportage fotografici che sempre eseguiva nei territori martoriati da guerre e da profonde violenze sulle popolazioni locali.

A lui è dedicato il il Premio Giornalistico Nazionale sul Reportage di Guerra - Antonio Russo, istituito nel 2002 dalla Fondazione Russo allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul ruolo dell'informazione nei teatri di guerra e sulla tutela dei diritti umani nei territori colpiti dai conflitti bellici. ''Penso sia importante ricordare un giornalista onesto che ha lavorato con passione e dedizione''  ha sottolineato commossa la moglie, Beatrice Russo. 

Quest'ano il premio, per la sezione internet,  è stato dato ad Osservatorio Balcani e Caucaso. Premio speciale alla carriera a Lorenzo Bianchi, inviato speciale de Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno; premio alla memoria a Toni Fontana, inviato de L'Unità.

La Fondazione Russo ha premiato i vincitori nella splendida cornice del Teatro Marruccino di Chieti. A presentare la serata il giornalista del Tg 1 Paolo Di Giannantonio.

Nell’assegnare il premio la giuria ha riconosciuto a Osservatorio onestà, professionalità e coraggio nel lavoro quotidiano di informazione su aree geografiche ancora poco conosciute.

"Il premio Antonio Russo ci fa onore. Dimostra che nel nostro decennale di lavoro di informazione siamo riusciti a mantenere alta l'attezione dell'opinione pubblica italiana su paesi a noi vicini, ancora teatro di conflitti o transizioni per nulla indolori", è il commento diommenta Luka Zanoni, direttore della testata web di OBC.
Questo importante premio segue altri riconoscimenti che Osservatorio Balcani e Caucaso e il suo staff hanno ottenuto in questi dieci anni di lavoro. Tra i più recenti, il 'CEI Award for Outstanding Merits in Investigative Journalism 2008' assegnato al corrispondente di OBC dalla Croazia - Dragutin Hedl e il premio giornalistico 'Enzo Baldoni' assegnato nel 2009 ad un reportage del nostro giornalista Andrea Rossini.

I vincitori sono stati selezionati da una giuria composta dai più autorevoli giornalisti del panorama nazionale: Aldo Forbice (Zapping - GR Radio 1), Guido Alferj (inviato speciale), Fausto Biloslavo (Il Giornale, il Foglio e Panorama), Toni Capuozzo (TG 5 – Canale 5), Gabriella Simoni (Studio Aperto – Italia 1), Francesca Sforza (La Stampa), Franco Pagetti (Time Magazine), Roberto Marino (Il Centro). Tra i giurati, anche componenti della Fondazione Russo e rappresentanti degli enti sostenitori del Premio.

Il Premio è patrocinato e supportato dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia di Chieti, dal Comune di Chieti e dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti. E vanta la medaglia della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Antonio Russo era un giornalista indipendente, iscritto all'Associazione Free Lance InternationalPress, di cui è stato per qualche tempo vice presidente. Si ricorda di lui, come in Kosovo sia stato l'unico giornalista straniero rimasto a Pristina dopo l'ordine di evacuazione da parte dei Serbi.
A lui e alla sua memoria sono stati assegnati molti premi giornalistici. Tra questi: il Premio Città di Trento, il Premio Sarteano, il Premio Andrea Barbato, il Premio Ischia, il Premio Pietro Aretino, il Premio Saint-Vincent di Giornalismo, Premio Val di Sole-Comune di Dimaro, il Premio Italia "Diritti Umani", Premio Testimoni di Pace. Al suo lavoro di reporter di guerra in Cecenia sono stati dedicati due film: "Cecenia" del regista Leonardo Giuliano, con GiammarcoTognazzi nel ruolo di Antonio Russo e "L'inquilino di via Nikoladze" del regista Massimo Guglielmi (Premio UNESCO 2005).
Russo, ha lasciato i suoi cari e la sua amata professione per cause misteriose. Si trovava in Georgia come inviato di Radio Radicale proprio per documentare la guerra in Cecenia e il suo corpo è stato ritrovato abbandonato e con evidenti segni di tortura ai bordi di una stradina ad una trentina di chilomentri da Tblisi. Tutto il materiale in suo possesso, videocassette, articoli, appunti, non fu mai ritrovato, e la sua casa fu svaligiata ma solo del materiale di lavoro, mentre non furono toccati oggetti di valore non collegabili alla sua professione di osservatore e giornalista.

In molti hanno avanzato l'ipotesi, drammatica,di un conivolgimento del governo Putin, Russo infatti aveva cominciato aad inviare in Italia notizie pesanti sulla guerra, e aveva parlato alla madre, solo due giorni prima della morte, di una videocassetta scioccante contenente torture e violenze dei reparti speciali russi ai danni della popolazione cecena. Secondo i suoi amici, Russo aveva raccolto prove dell'utilizzo di armi non convenzionali contro bambini ceceni.

Il nome di Antonio Russo appare ad Arlington, presso il Museo della Stampa di Washington, inciso nella lapide dei Martiri, insieme a quello di altri 25 giornalisti scomparsi nel 2000.

(Barbara Bologna)


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