“Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro”, cantava Francesco De Gregori nella title-track dell’album ‘Rimmel’ del 1975. Ma a 40 anni di distanza non solo la sua faccia, i suoi testi e il suo sound non sono sovrapponibili a quelli di nessun altro ma soprattutto la sua voce. E il cantautore romano l’ha ampiamente dimostrato ieri sera nella grande festa-live con cui, in un’Arena di Verona sold out in prevendita da mesi, ha festeggiato proprio il quarantennale di ‘Rimmel’, ricantando quell’album per intero insieme ad una serie di amici e colleghi, da Malika Ayane a Caparezza, da Elisa a Fedez, da L’Orage a Fausto Leali, da Ligabue a Giuliano Sangiorgi, da Ambrogio Sparagna a Checco Zalone.
De Gregori ha tenuto per sé ‘Il signor Hood’ e ‘Quattro cani’, poi ha cantato ‘Piccola mela’ con Malika Ayane (e alla chitarra Renzo Zenobi, lo stesso che suonava nel disco originale), ‘Pablo’ con Giuliano Sangiorgi, ‘Piano Bar’ con Checco Zalone (il quale prima ha riproposto, più lunga e articolata la gag che spopola da quest’inverno sul web, di ‘La Donna Cannone’ eseguita con le voci di tutti i cantanti “che stasera non ci sono, perché a De Gregori stanno sul c….”, da Al Bano a Vasco, da D’Alessio a Ramazzotti), ‘Rimmel’ con Ligabue e Sangiorgi e tre brani li ha affidati completamente all’esecuzione di altri artisti: “Buonanotte Fiorellino” ad Elisa che l’ha rivisitata al piano (“le ho chiesto io di fare proprio questa canzone -ha spiegato poi il ‘Principe’- e lei ha accettato a patto che potesse farla come voleva lei”), “Pezzi di vetro” a Malika in una versione solo voce e archi (“la scelta del brano qui è stata sua e devo dire che ringrazio entrambe per la scelte coraggiose che hanno fatto nel renderle proprie”, ha commentato De Gregori) e “Le storie di ieri” a l’ensemble folk rock L’Orage di Alberto Visconti e Rémy Boniface.
Ma la scaletta, di 30 brani, è andata ben oltre le nove canzoni di ‘Rimmel’ (“un disco che ha una grazia speciale”), in un “pastiche” -come lo ha definito lo stesso De Gregori incontrando i giornalisti a fine concerto per il taglio di una vera torta di compleanno- che ha compreso tante altre pietre miliari del suo repertorio. A partire da una versione di ‘Viva l’Italia’ aggiornata da Fedez con inserti rap ma anche con una strofa finale inedita dal sapore ‘grillino’: “Viva l’Italia, condannata senza prove, l’Italia del ’68, condannata ad un 69. L’Italia che non riparte ma non si dà per vinta: viva l’Italia… diamole una spinta!”. “Mi avete chiesto tante volte -ha spiegato De Gregori- come avrei riscritto oggi questa canzone ed io ho sempre risposto che avendola già scritta e trovandola ancora molto attuale, quell’Italia ‘metà giardino e metà galera’ così come quell’Italia ‘che resiste’, non potevo riscriverla. Così ho chiesto a Fedez, che ha 25 anni, gli stessi che avevo io quando ho scritto ‘Rimmel’, di farlo per me. E lo ha fatto con sapienza”, ha sottolineato il 'Principe', che il 30 ottobre pubblicherà 'De Gregori canta Bob Dylan - Amore e furto', in cui ha tradotto ed interpretato 11 successi del collega statunitense.
Nella carrellata di successi tratti da altri album, hanno spiccato anche ‘Bufalo Bill’ cantata con Caparezza, la meno conosciuta ‘Guarda che non sono io’ eseguita da Sangiorgi da solo (“quando Giuliano mi ha chiesto di cantarla dicendo che era la sua canzone preferita sono stata felicissimo”, ha detto De Gregori), ‘Bell’amore’ intonata con Elisa, ’L’abbigliamento di un fuochista’ con Ambrogio Sparagna e ’Sempre e per sempre’ con De Gregori e Ligabue alle voci ed Elisa al pianoforte. In una festa così importante non poteva mancare un ricordo dell’amico e collega Lucio Dalla, affidato ad un filmato di repertorio sempre del 1975 (dove compariva anche un giovanissimo Ivan Graziani): “Un omaggio senza orpelli retorici. Ho pensato che sarebbe stato bello rivedere le immagini dell’anno che stavamo celebrando”. Francesco ha concesso spazio anche a tre brani dei suoi ospiti, cantando ‘Il muro del suono’ con Ligabue, ’A chi’ con Fausto Leali (ch aveva già incluso in un suo live) e lasciando il palco a Caparezza per la scatenata ’Vieni a ballare in Puglia’. Prima di un gran finale con tutti insieme sul palco a cantare la versione aggiornata di ‘Buonanotte Fiorellino’, ’Fiorellino #12&35’ contenuta nell’ultimo album ‘Vivavoce’.
"In questo gioco di specchi, in cui nulla era scontato”, in uno scambio continuo con colleghi coetanei, più giovani e giovanissimi, la statura artistica e vocale di De Gregori è venuta fuori tutta. Anche se quando a fine concerto qualcuno gli ha fatto notare che la voce migliore sul palco era la sua, lui un po’ si è arrabbiato: “Mica abbiamo fatto un concorso, non c’era competizione. Nulla è stato fatto con il misurino. Anzi il mio incubo era proprio l’effetto Festivalbar. E poi che so cantare forse lo sapevate già. Non è cambiato nulla in fondo da 40 anni: sono sempre quello che ama cambiare le canzoni nel tempo perché le considera vive. Questa volta l’ho fatto fare più ai miei colleghi e io ho proposto degli arrangiamenti più simili agli originali”, ha spiegato.
“Questa è stata quello che voleva essere: una bella festa -ha aggiunto soddisfatto- Un bellissimo compleanno. Non ho sentito un briciolo di nostalgia e non era scontato per un disco che ha 40 anni”. Una festa che per ora non diventerà un disco live né una trasmissione televisiva: “Mi avete rotto per anni dicendo che facevo troppi live… Comunque qualcuno ieri sera ha registrato ma credo che ne stamperò qualche copia solo per gli amici… Quanto alla tv, mi piacerebbe fare qualcosa di simile in tv ma che nasca appositamente per la tv. Non ho mai creduto nella sovrapposizione dei tempi dei concerti con quelli televisivi”. Registrazioni o no, per tornare alle parole di ‘Rimmel’, di questa serata ben più di qualcosa rimarrà, “tra le pagine chiare e le pagine scure”, nel ricordo dei 13.000 presenti.