Allarme nel mondo edile. 6500 i posti di lavoro perduti nel 2008

L'Ance dichiara l'emergenza occupazione

26 Gennaio 2009   11:12  
La crisi è crisi. Inutile aprire la bocca e sgranare gli occhi in segno di stupore, bisogna rimboccarsi le maniche e agire, agire e ancora agire. Non c'è tempo per i discorsi sui massimi sistemi, per le visioni pseudointellettuali impregnate di vecchie ideologie di chi ha ancora il lusso di sedersi a disquisire. E' sufficiente visionare qualche numero per comprendere la portata di quanto sta accadendo, fermo restando che i numeri si riferiscono alle persone e che le persone hanno famiglia, compresa quella che vorrebbero formare e che devono loro malgrado abortire sotto i pesanti colpi della precarietà. E se anche il settore edile, baluardo dell'economia abruzzese e simbolo dello sviluppo cittadino, registra perdite a vista d'occhio, forse è il caso di cessare ogni allarmismo, e sollecitare azioni concrete e decisive che diano respiro ad un mercato del lavoro ad oggi quasi del tutto incapace di nobilitare, e che anzi strema il lavoratore.

L'emergenza occupazione. "Rimboccarsi le maniche, non perdersi in chiacchiere" è quanto ha suggerito il presidente provinciale dell'Ance Abruzzo, Paolo Primavera, in relazione alle previsioni occupazionali riguardanti il settore che da anni traina il Pil interno alla Regione: il calo di lavoratori stimato per il 2009 sulla base dei dati forniti dalle casse edili, e del numero di opere in via di completamento si aggira intorno al 15%. Nel 2008 sono stati circa 6500 i posti di lavoro persi nel campo dell'edilizia. 4000 autonomi e 2500 dipendenti hanno salutato la propria occupazione nel corso di un solo trimestre, quello appena trascorso per l'esattezza. "Nel giugno del 2007 il numero di addetti è cresciuto del 20% - afferma il direttore dell'Ance Abruzzo, Fausto Ronconi- Una percentuale che si è quasi azzerata nell'ultimo periodo del 2008. Anni di crescita occupazionale annullati nel giro di qualche mese. Nonostante possa sembrare poco eclatante, dato l'elevato numero di addetti al settore edile - continua Ronconi- il dato relativo al decremento registrato ultimamente è in realtà molto significativo. Se aggiungiamo l'ulteriore calo previsto per il secondo semestre del 2009, legato al termine di svariate opere oggi in costruzione, l'emergenza diventa evidente."

Le imprese chiudono. Una situazione di grave rischio per il mercato edile regionale, tale da spingere il presidente provinciale dell’Ance, Paolo Primavera, a lanciare nuovamente l'allarme occupazione, e a porre l'accento sull'urgenza di intervenire prima che le cose peggiorino ulteriormente. Quasi ogni giorno l'Abruzzo assiste alla chiusura di un'impresa. L'avvenimento non fa notizia in quanto a chiudere i battenti spesso è una ditta di 2 massimo 3 dipendenti. Considerando tuttavia che ben l'85% del settore edile nostrano è costituito da aziende con meno di 5 addetti, ecco che il quadro assume tinte diverse, soprattutto nell'entroterra, dove la crisi economica non viene bilanciata da un numero sufficiente di risorse e investimenti. La nuova edilizia abitativa inoltre, presenta uno scenario per niente roseo caratterizzato da un decremento occupazionale del 15% nel privato, e addirittura del 30% nel pubblico.

"Possiamo rimediare, ma dobbiamo crederci". E' quanto assicurato da Primavera in riferimento al futuro prossimo dell'edilizia abruzzese. Per affrontare e ridimensionare la recessione che imperversa nel mondo edile(che pure rappresenta il 13% del Pil totale con un giro d'affari di circa 6 miliardi l'anno), l'Ance Abruzzo punta in primis sul "piano-casa". Un programma che secondo il Presidente provinciale dell'Associazione costruttori è in grado di "innestare un processo virtuoso di investimenti per risolvere un problema in attesa di una soluzione da 30 anni". Creando le premesse per un incontro fertile tra acquirenti e costruttori si potrebbe rilanciare una situazione che senza interventi rischia di collassare: nell'ambito delle opere pubbliche l'importo degli appalti relativo agli ultimi 4 anni si è dimezzato, dai 558 milioni di euro del 2004 ai 290 milioni dello scorso anno. Il tutto, afferma Primavera, nonostante vi siano "ingenti risorse per le opere pubbliche che non vengono spese". Il problema discusso dai costruttori teatini riguarda l'intera Regione: "Parliamo di 1,2 miliardi di euro che il neo governatore della Regione, Gianni Chiodi, è invitato pressantemente a sbloccare - sentenzia il Presidente dell' Ance- Basta con le proroghe, chi non è in grado di spendere venga commissariato".



Giovanna Di Carlo

 

 


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