Anversa: il paese a picco sulle gole del Sagittario

27 Febbraio 2012   11:56  

E' un dolce salire quello all'interno di Anversa, lo splendido paese della provincia dell'Aquila, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che sorge a circa 600 metri su di un ampio sperone che domina lo sbocco delle gole scavate dal fiume Sagittario."Le montagne scendono a picco, scheggiate, arse, paurose; il fiume gorgoglia fra i massi, precipita in cascatelle, fugge a rivoli, si raccoglie a laghetti": questo è lo scenario - descritto da un osservatore nel 1912 – di Anversa, e le montagne su cui sorge sono quelle solcate e scavate, nel corso dei secoli, dal fiume Sagittario.

Salire è dolce e faticoso ma è ripagato dalla vista del Belvedere sul fiume Sagittario, il principale affluente dell’Aterno-Pescara, che proprio ad Anversa riprende a scorrere, dopo un lungo tratto di asciutto.

Flaturno e Frigidum con questi nomi era conosciuta la località prima dell'avvento dei Normanni, che all'inizio del II millennio le diedero il nome Aversa. Altro etimo del suo nome potrebbe essere invece dato dalla sua posizione geografica: ad versus (nei pressi), con riferimento alle acque della valle del Sagittario. Certamente fin dal 1150 Anversa degli Abruzzi era già un centro importante che apparteneva al conte Simone di Sangro, rappresentante di una famiglia che detenne il potere fino al 1431.

Il bellissimo borgo è il luogo dove il poeta Gabriele D'annunzio ambientò, nel castello nel XVIII secolo, "la migliore delle mie tragedie": Fiaccole sotto il moggio (1905).

La visita del di Anversa può iniziare dalla Chiesa di S.Maria delle Grazie (sec. XVI) con il portale rinascimentale in pietra calcarea datato 1540, unico nel suo genere in Abruzzo per il raro motivo iconografico e un magnifico rosone del 1585, recante lo stemma dei Sangro e lo stemma di Anversa, con le serpi attorcigliate alle asticelle del compasso.

Salendo per le strette e ripide vie del borgo si giunge al castello normanno (sec. XII), che il terremoto del 1706, ha ridotto ad una scenografica quinta di rovine.

Ad Anversa i segni architettonici sono tipici dei secoli che vanno dal XVI al XVIII, quando il borgo un fiorente centro dell'economia armentizia e le ricche famiglie locali, pur nel rigore della parsimonia, non lesinavano il denaro destinato ad accrescere il decoro delle abitazioni e il prestigio familiare. Così il paese divenne centro di valenti artigiani e lapicidi.

Lungo le stradine si incontrano case in solida pietra lavorata, ingentilita da stipiti e archivolti decorati, armoniosi portali e finestre squadrate e un po’ ovunque sugli edifici si trovano figure scolpite, collegate al culto di san Domenico: il ferro di mula, il pesce, la spada ma, soprattutto, il serpente.

Il borgo stupisce in più punti il visitatore con i suoi vicoli stretti e passaggi sotto archi improvvisi.

Salire è un regalo che conduce al Belvedere sulle Gole del Sagittario e percorrendo poi via Duca degli Abruzzi, si giunge alla Chiesa romanica di S. Marcello (XI sec.) con un elegante portale tardo gotico, rigoglioso di fantasiose sculture con motivi vegetali e antropomorfi, impreziosito da una lunetta con l' affresco della Madonna con Bambino e due Santi, uno dei quali porta come segno del martirio una macina da mulino legata al collo.

Da lì si riscende a valle del borgo ai resti della chiesa di S. Maria ad Nives e al monastero adiacente (IX sec.).

Ad Anversa, che nel 1927 assunse la denominazione “degli Abruzzi” il viaggiatore può gustare un prodotto tipico e straordinario: la ricotta affumicata certificata dalla medaglia d'oro alle Olimpiadi del formaggio di montagna del 2002. Oltre al prodotto caseario ci si può avvicinare all'origine di questo: le pecore, che possono essere adottate grazie all'iniziativa “Adotta una pecora” nata per tutelare in modo insolito il territorio, adottando a distanza una pecora, di cui è possibile anche scegliere il nome. (Tel. +39.086449492, www.laportadeiparchi. it)

Anversa ha tanti simboli: il serpente, la pecora, la "pignata" (da cui gli abitanti erano chiamati "pignatari") il recipiente in terracotta (pignatta) usato per la cottura dei legumi, e il "cucù", il fischietto d'argilla dal caratteristico suono.

Anversa è natura, gastronomia, arte e dal 1997 ospita anche il Parco Letterario Gabriele D'Annunzio.

Una visita ad Anversa non può mancare la piccolissima frazione (26 abitanti) di Castrovalva. Passando attraverso la Porta Pazziana, una delle superstiti della cinta muraria medievale, e per il terrazzo con ista sull'oasi del Sagittario si giunge a Castrovalva che si affaccia, quasi dimenticata nel sonno, sulle incantevoli Gole del Sagittario. Lì si ammira la parrocchiale di S. Maria della Neve (XVI sec.) e la chiesetta di S. Michele Arcangelo, risalente al XII sec.

Castrovalva ha il raro privilegio di essere “esposta” alla National Gallery of Art di Washington. La litografia Castrovalva (1930) rende benissimo l’atmosfera del borgo, sospeso sulle Gole del Sagittario. È opera dell’incisore e pittore olandese M. C. Escher, famoso per le sue prospettive spinte fino all’assurdo. Per arrivare in macchina infatti bisogna arrampicarsi per circa 4 km lungo una strada molto stretta (ai lati due sentieri segnati con il colore rosso), passando sotto una improbabile e piccolissima galleria che sembra scavata a mano. Un posto da non perdere!


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