Aperture domenicali, Castiglione: meglio far decidere ai sindaci

26 Gennaio 2011   10:49  

"La situazione del commercio abruzzese non puo' essere ridotta alla sola problematica delle aperture domenicali, sei o sette aperture in piu' o in meno". Lo afferma il vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione.
"L'anno scorso - prosegue - con l'approvazione della legge regionale di parziale riforma del commercio, venne raggiunto un accordo con tutte le associazioni di categoria che da un lato fissava a 40+4 le aperture domenicali per tutto il settore del commercio e dall'altro stabiliva il blocco di nuovi insediamenti della grande distribuzione per ventiquattro mesi". Ancora Castiglione. "Tuttavia, durante la discussione in aula, propedeutica all'approvazione di questa parziale riforma del commercio, furono presentati ed accolti alcuni emendamenti che non trovarono la mia piena condivisione tanto e' vero che poi tale legge ci venne osservata dal Governo proprio a causa di questi emendamenti ed anche la pronuncia del Tar di Pescara fini' per andare nella stessa direzione".
Il vice presidente della Regione spiega, a questo punto, le ragioni della scelta di produrre "un disegno di legge che recepi' le osservazioni e rimise un po' di ordine all'intera materia. Nel frattempo, pero', durante la discussione della Finanziaria, nello scorso mese di dicembre, il consigliere Acerbo presento' un emendamento, poi approvato con la mia astensione ed una forte perplessita', che riporto' a 38 le aperture domenicali". L'assesore ricorda come "da subito furono sollevate diverse problematiche di ordine amministrativo dal momento che i Comuni, a fine novembre, avevano gia' definito tutte le ordinanze sindacali ed avevano gia' fissato i calendari per le aperture domenicali secondo la formula del 40+4. A quel punto - prosegue - ho incontrato le associazioni di categoria e tutte insieme, ad eccezione della Confcommercio, hanno prodotto un documento con cui mi si chiedeva che venisse rispettato l'accordo del 2010 e che, quindi, venisse superata l'impasse burocratico-amministrativa generata dall'emendamento Acerbo".
"Non capisco - continua Castiglione - perche' la Confcommercio non abbia firmato quel documento rimangiandosi, di fatto, quanto gia' sottoscritto appena sei o sette mesi prima. Sono sicuro che anche Confcommercio tornera' sui suoi passi ma, in ogni caso, e' giusto sottolineare la coerenza e la linearita' di comportamento di tutte le altre associazioni di categoria. Oltretutto, questa volta, il provvedimento che tornera' in Commissione avra' anche il parere favorevole delle associazioni dei consumatori, le quali, almeno in parte, sono gia' state sentite dal sottoscritto in via informale".
L'assessore sottolinea, poi, che "produrre oltre duecento emendamenti non fa il bene di un settore. Semmai risponde piu' a logiche ideologiche che a logiche di tutela di un territorio in un settore, come quello del commercio, che ha assoluto bisogno, invece, di una legge quadro organica su cui, tra l'altro, inizieremo a lavorare tra qualche settimana insieme alle associazioni di categoria".
A chi, infine, sostiene che in altre regioni le aperture domenicali sono meno di 40+4 e meno di 38, Castiglione replica che "in quelle zone i sindaci hanno la facolta' di decidere se far rimanere aperte o chiuse le attivita' commerciali di domenica. Forse andare in questa direzione - conclude - sarebbe una soluzione ottimale ma se ne parlera' nell'ambito della legge quadro".


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