Approvata l'aliquota Imu sulle attività commerciali a Pescara

04 Luglio 2012   10:07  

“Tutto il Consiglio comunale di Pescara, maggioranza e soprattutto minoranza, era perfettamente a conoscenza delle aliquote Imu approvate ieri dall’Aula e concordate insieme nel corso delle decine di riunioni avute per giungere a un accordo nell’interesse della città. E tutti erano a conoscenza e hanno condiviso la decisione di riportare l’aliquota a 8,6 per mille per le unità immobiliari strumentali utilizzate esclusivamente per l’esercizio dell’attività d’impresa, una decisione riportata nero su bianco non solo sull’accordo finale, ma paradossalmente anche nel primo, quando il Pd aveva avanzato la richiesta di congelare nel bilancio un tesoretto da 6milioni di euro poi respinta dagli uffici tecnici del Comune. E in calce a quell’accordo, così come a quello definitivo, sono chiaramente leggibili le firme del capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio, del capogruppo Sel Giovanni Di Iacovo, e anche del capogruppo di Fli Massimiliano Pignoli, oltre a quelle dei consiglieri di maggioranza. Se i consiglieri di minoranza lo ritenessero opportuno, potremmo anche decidere di sottoporre quelle firme a una perizia calligrafica per verificarne la paternità, ma credo che rischieremmo solo di scadere nel ridicolo. Tutti sapevano di quella decisione condivisa, con l’impegno, anche in questo caso, a rivedere tutte le aliquote al 30 settembre, comprese quelle delle attività commerciali, dunque è chiaro il tentativo odierno strumentale di scaricare sulla maggioranza di governo ogni responsabilità, dicendosi addirittura vittime di un imbroglio, dopo che la minoranza ha tenuto in ostaggio la maggioranza di governo per due settimane con un cieco ostruzionismo fatto su cavilli per strappare imposizioni”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl Armando Foschi intervenendo sul ‘caso’ delle aliquote Imu destinate ai locali adibiti ad attività commerciali, ossia 8,6 per mille anziché i 7,6 per mille inizialmente previsti dalla maggioranza di governo.

“Innanzitutto chiariamo l’aspetto economico di tale manovra – ha detto il capogruppo Foschi -: alzare di un punto l’Imu su tali unità immobiliari si traduce in un gettito per le casse comunali di appena 28mila euro, dunque è chiaro l’interesse della maggioranza di governo a incassare una tale cifra che oserei definire spropositata risolutiva di ogni problema. La decisione è stata assunta, con la condivisione di tutti i consiglieri seduti al Tavolo, per l’obbligo normativo, imposto dalla legge, di equiparare sulla stessa aliquota tutti gli immobili strumentali utilizzati per attività professionali, dunque sia negozi che studi professionali, senza alcun intento vessatorio. Forse con la consapevolezza di quale sarà il maggior gettito generato nelle casse comunali da tale decisione, anche le Associazioni di categoria ridurranno la portata della loro reazione di protesta, tenendo, tra l’altro, bene a mente l’impegno chiaro sottoscritto da tutti di rivedere in riduzione tutte le aliquote al 30 settembre. Oggi, solo perché si sono visti sorpresi dall’articolo di un quotidiano, l’opposizione è salita sugli scranni denunciando addirittura di essere vittime di un imbroglio da parte della maggioranza, di non essere addirittura a conoscenza delle aliquote che costituivano la premessa all’accordo stretto con la maggioranza e sottoscritto da maggioranza e minoranza. Ma il paradosso è che quelle aliquote erano addirittura contemplate anche nella prima proposta d’accordo, quella con il tesoretto da 6milioni di euro bocciato dai tecnici, e ugualmente sottoscritto dalla minoranza. Allora delle due l’una – ha proseguito il capogruppo Foschi -: o la minoranza firma accordi senza neanche leggerne il contenuto, oppure qualcuno ha apposto le firme al suo posto, e allora potremmo ricorrere a una perizia calligrafica stile ‘Tenente Colombo’. In ambedue i casi la minoranza sta rimediando una figuraccia dinanzi alla quale invito tutti a moderare i toni, ad ammettere di aver condiviso quella scelta che non ha nulla di scandaloso a fronte dell’impegno unanimemente assunto di rivedere quelle imposizioni a settembre, una scelta che, lo ripeto, consentirà al Comune di incamerare appena 28mila euro in più e che era obbligata perché la legge ci impone di prevedere la stessa aliquota per studi professionali e negozi”. Intanto la seduta consiliare, che sta esaminando il Piano Triennale alle Opere pubbliche, è stata interrotta poco dopo le 19 e riprenderà domattina alle 9.

 


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