Arresto Mascazzini, Di Paolo: il suo nome ci fu indicato da Roma

29 Gennaio 2011   14:57  

"Un funzionario del Ministero dell'Ambiente, ex direttore generale, un professionista apprezzato bipartisan visto che la sua carriera ha avuto inizio col governo di centrosinistra di Romano Prodi e proseguita con quello di centrodestra di Silvio Berlusconi. Un tecnico che lo stesso Pecoraro Scanio aveva indicato come capo Dipartimento della Protezione civile. Un curriculum di tutto rispetto, quello che ci e' stato fornito da Roma, di fronte al quale cosa potevamo eccepire?".
L'assessore Angelo Di Paolo, con delega alla Difesa del suolo, chiama fuori la Regione Abruzzo dall'affaire Giancarlo Mascazzini, personaggio che meno di una settimana fa, lui e il Presidente Gianni Chiodi avevano presentato come nuovo Commissario per la gestione di 40 milioni di euro per la difesa del suolo.
"L'arresto di Mascazzini ha determinato una situazione paradossale - spiega Di Paolo - sulla quale le forze di opposizione hanno strumentalmente innescato polemiche lesive e fuori luogo per la trasparenza e la buona fede della Giunta regionale, della quale mi onoro di far parte. Anche se avevamo conosciuto Mascazzini durante la fase di rimozione delle macerie dal centro storico, incaricato dal Governo, non siamo stati certo noi ad averlo indicato come Commissario - aggiunge Di Paolo - Avevamo si' paventato una soluzione del genere proprio per il bene della comunita' abruzzese, destinando a quel compito specifico una persona competente che, nel breve periodo, fosse stata in grado di affrontare e risolvere il delicato problema".
Per Di Paolo "come gia' chiarito dal presidente Chiodi, il nome di Mascazzini e' stato fatto, come avviene per tutte le nomine Commissariali, dal Ministero competente" e la Regione Abruzzo "ha dato il suo assenso sulla base di credenziali ottime per l'incarico, professionista tra i piu' validi e quotati d'Italia". "Del resto - e' ancora l'Assessore - non possiamo essere accusati assolutamente di nulla, non essendo noi a conoscenza dell'inchiesta della Magistratura partenopea". "Ora - ammonisce Di Paolo - invito tutti a riflettere sulla vicenda, evitando di vedere, e far credere, trame poco pulite nelle scelte di questo Esecutivo. Si rischia di esacerbare ulteriormente gli animi di persone politicamente gia' inclini alla polemica fine a se stessa". 


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