Arta, dopo Amicone nominati come revisori dei conti degli eletti del Pdl

Acerbo e Saia: "La strana meritocrazia di Chiodi"

16 Giugno 2011   13:58  

"Dopo la nomina inopportuna di Mario Amicone a direttore dell’ARTA (un genio delle scienze ambientali che la Regione paga due volte con lo stipendio da direttore e il vitalizio da ex-consigliere) è arrivata la nomina dei revisori dei conti. La rivoluzione meritocratica di Gianni Chiodi e Nazario Pagano si rivela per l’ennesima volta una bufala: semplicemente la perpetuazione della tradizione di spartizione partitocratica. Anzi è forse peggio perché, in questo caso, non si piazzano neanche dei professionisti qualsiasi ma direttamente degli eletti del PDL che già occupano cariche amministrative". A denunciarlo sono Maurizio Acerbo e Antonio Saia, consiglieri regionali della Federazione della Sinistra.

"Infatti - spiegano - tra i revisori nominati figurano Eugenio Seccia, assessore al bilancio del Comune di Pescara e Antonio Sabatini, consigliere comunale sempre a Pescara. Entrambi del PDL ed entrambi già retribuiti dalla comunità in qualità di pubblici amministratori. Il terzo componente è Emilio Marzetti, da sempre revisore supergettonato dal PDS poi dal PD. Anche i supplenti sono riconducibili ad appartenenze politiche ben definite.

Nulla di personale nei confronti di persone stimabili e perbene, ma riteniamo doveroso denunciare questo ennesimo episodio di spregiudicatezza partitocratica. Capiamo che finchè la legge rimane quella attuale è inevitabile che i nominati siano indicati dai partiti, ma un minimo di pudore imporrebbe che non si trattasse di amministratori in carica in altri enti.

Come al solito, ci si è abituati a considerare normali cose che tali non sono. Ricordiamo che abbiamo depositato dallo scorso 30 novembre 2010 una proposta di legge, bloccata dalla maggioranza in Commissione, che prevede di porre fine a questa tradizione di colonizzazione partitica. Tra le aporie dell’attuale assetto normativo è che persino funzioni di controllo che dovrebbero avere un carattere di terzietà divengono oggetto di ingiustificata spartizione partitica. Il nostro progetto di legge propone una nuova discilina di nomina dei revisori legali nelle società, aziende, enti e ASL della Regione Abruzzo.

Le tradizionali modalità di nomina dei revisori contabili non paiono adeguate a garantirne l’indipendenza. Infatti la prassi corrente implica una selezione politica, di maggioranza e minoranza, dei revisori e quindi una logica lottizzatoria che nel tempo tende a creare un rapporto fiduciario con i referenti politici in grado di garantire la nomina (nel caso specifico i politici hanno nominato direttamente altri politici di grado inferiore).

Considerato che i vertici di enti, società, agenzie sono scelti dalla politica - aggiungo Acerbo e Saia - ne consegue che i vigenti criteri di nomina sono all’insegna dell’illogico principio che il controllato nomina il controllore. Tale invasività 'partitocratica' inoltre appare fortemente discriminatoria in quanto impone a più o meno stimati professionisti di doversi avvicinare a esponenti politici e/o partiti per richiederne la 'sponsorizzazione' al momento delle nomine. Inutile dire che difficilmente un professionista privo di relazioni con gli eletti o i partiti riuscirebbe a essere nominato.

E’ indispensabile invece garantire indipendenza e obiettività ed evitare condizionamenti di figure che devono esercitare funzioni di controllo. Per queste ragioni proponiamo che tra i soggetti che abbiano i requisiti e ne facciano richiesta la selezione e nomina avvenga mediante la procedura del sorteggio pubblico. Teniamo a precisare che non si tratta di una provocazione ma di una modalità che consente di avere degli organi di controllo liberi dai condizionamenti della politica ai quali si acceda soltanto sulla base delle competenze.

Ve li immaginate Seccia e Sabatini che fanno le pulci a Amicone magari dopo che la sera prima hanno partecipato alla riunione della coalizione? Gli italiani e gli abruzzesi hanno votato SI ai nostri referendum per la difesa dei servizi pubblici, ma proprio per questo esigono che la cosa pubblica non sia più oggetto di scorribande della politica".


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