Asilo occupato L'Aquila, Imprudente: emblema della deregulation

27 Gennaio 2011   18:19  

"La vicenda dell’asilo comunale occupato da giorni, con l’avallo della stessa Amministrazione, è una vicenda assurda e paradossale nella quale si rispecchiano le contraddizioni e la totale deregulation che caratterizzano la fase posta sisma all’interno del Comune dell’Aquila" dice Emanuele Imprudente, consigliere comunale Mpa.
"E quando manca una guida, quando non c’è più rispetto per le regole, vige, inevitabilmente, la legge del più forte. Perché la legge, quando non c’è nessuno a farla rispettare, se la fanno i prepotenti.
Uno spazio pubblico non è uno spazio di nessuno, - aggiunge - al contrario è uno spazio di tutto, chi lo prende per sé lo sottrae agli altri. A quelli, cioè, che hanno la sola colpa di essere civili, di non calpestare nessuno, di fare le trafile, di essere, insomma, dei comuni mortali, senza padrini politici, senza peso elettorale.
La mancanza di spazi, invocata a gran voce e divenuta un lasciapassare che tutto giustifica, è un problema, anzi un dramma, che soffoca, dalla data del sisma, decine e decine di istituzioni culturali e di associazioni, anche di giovani. Persone che hanno dovuto riorganizzarsi autonomamente, mettendoci del proprio in termini di idee, progetti, finanziamenti, proposte e interminabili trafile burocratiche. Alcuni sono stati costretti ad andar via dopo che in tanti, troppi, hanno sbattuto loro la porta in faccia.
Ad altri, al contrario, viene concesso impunemente di occupare spazi pubblici, peraltro inagibili. Così, mentre un povero cittadino comune, se solo prova a riprendere possesso della sua casa inagibile, commette un reato e come tale viene perseguito, ci sono invece altre persone che possono agire in barba alle regole, facendo una sonora pernacchia, alla maniera dei Vitelloni di fellliniana invenzione, ai lavoratori, ai comuni mortali per cui le regole valgono anche quando vanno contro il buon senso.
Vale la pena, però, di ricordare al Sindaco e all’assessore Pezzopane, - conclude Imprudente - che le proprietà del Comune non sono cosa loro e non possono disporne a piacimento, decidendo quali 'ospiti tollerare' nelle loro proprietà. Il patrimonio del Comune l’hanno avuto in affidamento e lo devono tutelare per conto dei cittadini elettori, che poi sono quelli che pagano sempre il conto alla fine della festa".


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