Assemblea Anmig in memoria di Andrea Bafile

di Carlo Di Stanislao

20 Settembre 2012   15:56  

L’Anmig, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra / Sezione dell’Aquila terrà la prima Assemblea pubblica dopo il sisma del 2009 nella mattinata di Sabato 22 Settembre, dedicando un particolare risalto alla figura del concittadino Andrea Bafile, Medaglia d’Oro al Valor Militare, (nato all’Aquila il 7 Ottobre 1878, caduto nel Basso Piave il 12 Marzo 1918).

È una delle piú antiche, la Sezione dell’Aquila dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, costituita nel 1917 e successivamente eretta in ente morale.

Gran parte delle sue attività sono state interrotte a seguito del terremoto del 6 Aprile 2009, che ha reso inagibile la sede sociale ubicata nel centro storico e poi ha paralizzato il funzionamento degli organi sociali, per effetto dell’aggravarsi dello stato di salute dei componenti, tutti d’età estremamente avanzata.

In seguito, grazie all’allargamento della base associativa ai discendenti diretti dei fondatori, è stato possibile procedere alla ricostituzione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Sindaci e infine acquisire una nuova sede stabile e funzionale nel quartiere Torrione, con l’obiettivo di incentrare l’attività, oltre che sull’abituale servizio di assistenza agli iscritti, sulla produzione di eventi e pubblicazioni riguardanti momenti e personalità salienti che hanno caratterizzato il percorso storico e sociale dell’Abruzzo dai prodromi dell’unità nazionale alla fondazione della Repubblica.

La tornata assembleare si svolgerà presso la Sala Polifunzionale della Casa del Volontariato in Via Saragat (adiacenze Centro Commerciale L’Aquilone), con inizio a ore 10:00 e termine, per la sessione pubblica, a ore 11:30.

Il programma della sessione pubblica comprende: Relazione morale del Presidente della Sezione, Prof. Errico Centofanti; Riflessione spirituale di Padre Marcello Bonforte, O.F.M.; Comunicazione del Cav. Uff. Ennio Ranieri, Presidente Anmig Abruzzo; Prof. Walter Cavalieri, storico: “La Medaglia d’Oro Andrea Bafile”; Saluto dell’On. Stefania Pezzopane, Assessore Cultura Comune dell’Aquila.

CHIE E' STATO ANDREA BAFILE

Andrea Bafile L’Aquila 7 Ottobre 1878 - Basso Piave 12 Marzo 1918 Primo di dodici figli, uno dei quali, Corrado, divenuto poi Cardinale di Santa Romana Chiesa, studiò presso la Regia Accademia Navale di Livorno uscendone, nel 1899, con il grado di guardiamarina. Promosso Sottotenente di Vascello, nel 1902 prese imbarco su varie navi, applicandosi nello studio dei problemi del tiro navale e ottenendo, per un pregevole studio sui congegni di mira, un pubblico encomio del Consiglio Superiore di Marina.

Direttore dell’armamento della nave militare Quarto dal 1911, si distinse per aver eroicamente salvato l’imbarcazione all’ormeggio da un pericoloso incendio che rischiava di farla esplodere con rischio mortale per i militari e i civili: l’atto gli valse la Medaglia d’Argento al Valor Militare conferitagli il 27 Luglio 1913. Allo scoppio della Grande Guerra rinunciò alla promozione a capitano di corvetta e ad un incarico presso lo Stato Maggiore per poter continuare a imbarcarsi su navigli leggeri e su siluranti di superficie.

Nell’Ottobre del 1917 partecipò, in veste di osservatore, all’operazione aerea sulle Bocche di Cattaro guidata dal maggiore Armando Armani e da Gabriele d’Annunzio. In quella occasione subí una grave lesione all’occhio, che lo costrinse a un lungo periodo di riposo e cure mediche.

Passato alle dipendenze del Comando Marittimo di Venezia, rifiutò l’incarico sedentario e chiese il trasferimento presso la Brigata Marina operante sul Basso Piave, assumendo il comando del Battaglione di fucilieri Monfalcone e poi del Battaglione d’assalto Caorle nel Reggimento San Marco.

Alla guida di questi reparti partecipò alla difesa di Venezia, minacciata dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto. Il 12 Marzo 1918 riuscí a oltrepassare il Piave con altri quattro marinai per compiere un’ardita ricognizione sul terreno controllato dal nemico. Nel riattraversare il fiume per la terza volta, per recuperare uno dei suoi uomini disperso, fu gravemente ferito e spirò dopo il rientro nelle linee italiane.

La tragica fine di Andrea Bafile, illuminata da un supremo gesto di umana solidarietà, suscitò grande emozione nell’opinione pubblica e segnò profondamente l’animo degli uomini al fronte: all’indomani della morte, il Capitano di vascello Alfredo Dentice di Frasso avanzò la proposta di conferirgli una Medaglia d’Oro alla Memoria. Il 9 Aprile 1918 a lui, prima Medaglia d’Oro del reggimento, venne reintitolato il Battaglione Monfalcone. Nel 1937 gli venne intitolato il Liceo Scientifico dell’Aquila.

Dopo i solenni e affollatissimi onori funebri tributatigli all’Aquila nella Basilica di Collemaggio, dal 20 Settembre 1923 riposa nel sacrario di Bocca di Valle, vicino Guardiagrele, scavato fra le rocce della Majella in onore dei caduti abruzzesi della Grande Guerra.

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare Comandante di un battaglione di marinai, mentre preparavasi una operazione sull’estrema bassura del Piave, volle personalmente osare un’arrischiata ricognizione tra i canneti e i pantani della sponda sinistra perché, dallo strappato segreto delle difese nemiche, traesse maggiore sicurezza la sua gente.

Tutto vide e frugò, e sventato l’allarme, già trovava riparo, quando notò la mancanza di uno dei suoi arditi.

Rifece allora da solo la via perigliosa per ricercarlo e, scoperto poi dal nemico mentre ripassava il fiume, e fatto segno a vivo fuoco, veniva mortalmente ferito.

Guadagnata la sponda destra in gravissime condizioni, conscio della fine imminente, con mirabile forza d’animo e completa lucidità di mente, riferiva anzitutto quanto aveva osservato nella sua ricognizione, e dirigendo ai suoi infiammate parole, atteggiato il volto al lieve sorriso che gli era abituale, si diceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano. E passò sereno qual visse, fulgido esempio delle piú elette virtú militari, coronando con gloriosa morte una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda, consapevole e fruttuosa audacia, del piú puro eroismo.

 

 


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